Questo post è stato un parto, ma ce l'ho fatta
Ho fatto l'autopsia a Rachel Monray
Speriamo che le associazioni dei medici legali non insorgano
Scambio uno sguardo d’intesa con Ethan, il mio assistente che adagia il corpo di Rachel su una barella e lo trasporta in una delle sale autopsia.
Mentre mi preparo avverto una certa inquietudine. Mi sento come una ragazzina alle prime armi, anche se non è la prima autopsia che eseguo. Forse è il nuovo ambiente di lavoro, forse non conosco ancora bene gli assistenti…
Il pensiero che c’è un assassino in libertà mi strappa alle mie “meditazioni”. Sono pronta, il registratore è già acceso e comincio l’esame preliminare del cadavere.
“Rachel Monray, età 32 anni, sesso femminile, altezza 1,72, peso 55 kg circa, ora approssimativa del decesso fra l’1.30 e le 3.00”.
“Il corpo presenta numerose ferite d’arma da taglio ante, peri e post mortem. Un fendente ha raggiunto il fegato e un altro il cuore”.
Continuiamo a ispezionare il cadavere alla ricerca dei più piccoli indizi. Nel frattempo un secondo assistente fotografa il corpo di Rachel.
“Tatuaggio a forma di rosa sulla spalla destra… nessun segno di iniezioni … contusioni agli arti superiori … probabilmente ha cercato di difendersi prima che l’assassino tirasse fuori il coltello. Potrebbe aver sollevato le braccia per ripararsi e questo spiega il fendente longitudinale sull’avambraccio destro.
Fra le unghie spezzatesi in seguito a un’ipotetica colluttazione ci sono dei minuscoli frammenti di pelle, che vengono prontamente raccolti e catalogati in attesa di essere analizzati.
L’ispezione prosegue: “Abrasione sul ginocchio destro, provocata da caduta accidentale… Non ci sono contusioni agli arti inferiori, né ai genitali. Nessuna traccia di emorragie, quindi possiamo escludere che la vittima sia stata violentata.” *Povera Rachel, almeno quello le è stato risparmiato*.
“Sono comunque rimaste tracce di liquido seminale, deve aver avuto un rapporto sessuale nelle ore precedenti la morte, anche se non saprei dire quando”.
Con l’aiuto di Ethan giro il cadavere. “Non ci sono tracce di terra o altro materiale che possa far pensare che il cadavere sia stato spostato. Ci sono lievi contusioni provocate dalla caduta. Sembra che l’assassino l’abbia lasciata cadere sull’asfalto quando era sicuro che la donna fosse morta”.
E nel momento sto per iniziare l’autopsia vera e propria noto un particolare che mi era sfuggito. Rachel si era sottoposta a mastoplastica additiva. Le cicatrici sono praticamente invisibili. Se il sergente Wilson non mi avesse dato la dritta difficilmente me ne sarei accorta. E’ il lavoro di un artista, fatto talmente bene da sembrare naturale. Ovviamente il nastro continua a girare.
Adesso è giunto il momento di iniziare l’autopsia vera e propria.
Con estrema cura ho provveduto a ribaltare il cuoio capelluto e il mio assistente con una sega apre la calotta cranica. Il cervello appare integro a un primo esame, ma la procedura impone che venga prelevato un campione di tessuto da ogni organo per l’esame istologico e ci atteniamo rigorosamente.
Dopo di che procediamo col canonico taglio a Y. Il mio assistente con la sega taglia la piastra sternale e io procedo con l’esame degli organi e nel prelievo dei campioni. La coltellata che ha colpito il cuore l’ha praticamente spaccato in due. Con una ferita del genere la morte deve essere sopravvenuta nel giro di pochissimo. La ferita al fegato è grave, ma non mortale. *Forse se non si fosse trovata sul retro di quel locale qualcuno avrebbe potuto aiutarla* - mi viene spontaneo pensare. Ma le mie supposizioni non serviranno a riportarla in vita.
Una particolare attenzione viene riservata allo stomaco, il cui contenuto potrà forse dirci qualcosa sulle sue ultime ore di vita. In una situazione di pericolo o di stress la digestione si blocca, perché il corpo umano concentra le proprie energie nell’apparato locomotore, in modo che sia pronto a difendersi e a scappare.
Tutti gli altri organi appaiono perfetti. Potrei azzardare che Rachel godesse di ottima salute, sempre che gli esami istologici non rivelino sorprese.
L’esame della colonna vertebrale non rivela nulla di anomalo, quindi possiamo richiudere. Alla fine tutto è in ordine, il cadavere di Rachel viene lavato e riportato nella cella frigorifera, dove resterà a disposizione finché non avremo i risultati definitivi degli esami. So già in partenza che dovrò attendere due o tre giorni. Quanto all’esame tossicologico, ne ho eseguiti molti in Italia, se potrò guadagnare tempo chiederò di eseguirlo personalmente, o di dare una mano se ci sono arretrati da smaltire.
Ringrazio Ethan per l’aiuto che mi ha prestato e mi sento un po’ mancare le forze. Guardo l’ora, è già primo pomeriggio, dovrei mangiare qualcosa, ma in questo momento non me la sento. Mi preparo l’ennesimo caffè, poi chiamo il sergente Wilson al distretto di polizia.