JULIAN MCMAHON ITALIAN FORUM

L'ANGOLO DELLE POESIE

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Amalasunta69
view post Posted on 23/1/2009, 10:43




un'altra poesia novecentesca che mi piace:


eros alesi

Caro Papà.

Tu che ora sei nei pascoli celesti, nei pascoli terreni, nei pascoli marini.

Tu che sei tra i pascoli umani. Tu che vibri nell’aria. Tu che ancora ami tuo figlio Alesi Eros.

Tu che hai pianto per tuo figlio. Tu che segui la sua vita con le tue vibrazioni passate e presenti.

Tu che sei amato da tuo figlio . Tu che solo eri in lui. Tu che sei chiamato morto, cenere, mondezza.

Tu che per me sei la mia ombra protettrice.

Tu che in questo momento amo e sento vicino più di ogni cosa.

Tu che sei e sarai la fotocopia della mia vita.

Che avevo 6-7 anni quando ti vedevo Bello – forte – orgoglioso – sicuro – spavaldo rispettato e temuto dagli altri, che avevo 10-11 anni quando ti vedevo violento, assente, cattivo, che ti vedevo come l’orco che ti giudicavo un Bastardo perché picchiavi la mia mamma.

Che avevo 13-14 anni quando ti vedevo che vedevi di perdere il tuo ruolo.

Che vedevo che tu vedevi il sorgere del mio nuovo ruolo, del nuovo ruolo di mia madre.

Che avevo 15 anni e mezzo, quando vedevo che tu vedevi i litri di vino e le bottiglie di cognac aumentare spaventosamente.

Che vedevo che tu vedevi che i tuoi sguardi non erano più belli, forti, orgogliosi, fieri, rispettati e temuti dagli altri.

Che vedevo che tu vedevi mia madre allontanarsi. Che vedevo che tu vedevi l’inizio di un normale drammatico sfacelo.

Che vedevo che tu vedevi i litri di vino e le bottiglie di cognac aumentare fortemente.

Che avevo 15 anni e mezzo che vedevo che tu vedevi che io scappavo di casa, che mia madre scappava di casa.

Che tu hai voluto fare il Duro.

Che non hai trattenuto nessuno.

Che sei rimasto solo in una casa di due stanze più servizi.

Che i litri di vino e le bottiglie di cognac continuavano ad aumentare.

Che un giorno. Che il giorno. In cui sei venuto a prendermi dalle camere di sicurezza di Milano ho visto che tu ti vedevi solo. Che tu volevi o tua moglie o tuo figlio o tutti e due in quella casa da due stanze più servizi. Che ho visto che tu hai visto che eri disposto a tutto pur di riavere questo.

Che ho visto che tu hai visto la tua mano stesa in segno di pace, di armistizio.

Che ho visto che tu hai visto sulla tua mano uno sputo.

Che ho visto che tu hai visto i tuoi occhi lacrimare solitudine incrostata di sangue masochista, punitivo.

Che ho visto. Che tu hai visto il desiderio di voler punire la tua vita.

Che ho visto che tu hai visto il desiderio di non soffrire. Che ho visto che tu hai visto i litri di vino e le bottiglie di cognac continuare ad aumentare.

Che ho visto che hai visto in quel periodo la tua futura vita.

Che ho saputo che hai saputo che tuo figlio era un tossicomane che tua moglie attendeva un figlio da un altro uomo (figlio che a te non ha voluto dare).

Che ho visto che hai visto 3 anni passare. Che ho visto che hai visto che il giorno 9-XII-69 non sei venuto a trovarmi al manicomio. Perché eri morto.

Che ora tu vedi che io vedo. Che ora il 1° sei tu che giochi questo tresette col morto facendo il morto.

Ma che giochi ugualmente, che ora vedi che io vedo che ti adoro che ti amo dal profondo dell’essere.

Che ora vedi che io vedo che mia madre rimpiange. ALESI FELICE PADRE DI ALESI EROS

Che vedi che io vedo che sono fuggito ancora una volta verso la solitudine.

Che tu vedi che io vedo solo grande grandissimo nero lo stesso nero che io vedevo che tu vedevi.

Che ora continuerai a vedere ciò che io vedo.
 
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Amalasunta69
view post Posted on 11/4/2009, 09:03




continuo con i poeti contemporanei:



Guido Gozzano - La via del rifugio

Trenta quaranta,
tutto il Mondo canta
canta lo gallo
risponde la gallina…


Socchiusi gli occhi, sto
supino nel trifoglio,
e vedo un quatrifoglio
che non raccoglierò.

Madama Colombina
s’affaccia alla finestra
con tre colombe in testa:
passan tre fanti…


Belle come la bella
vostra mammina, come
il vostro caro nome,
bimbe di mia sorella!

…su tre cavalli bianchi:
bianca la sella
bianca la donzella
bianco il palafreno…


Ne fare il giro a tondo
estraggono le sorti.
(I bei capelli corti
come caschetto biondo

rifulgono nel sole.)
Estraggono a chi tocca
la sorte, in filastrocca
segnado le parole.

Socchiudo gli occhi, estranio
ai casi della vita.
Sento fra le mie dita
la forma del mio cranio…

Ma dunque esisto! O Strano!
vive tra il Tutto e il Niente
questa cosa vivente
detta guidogozzano!

Resupino sull’erba
(ho detto che non voglio
raccorti, o quatrifoglio)
non penso a che mi serba

la Vita. Oh la carezza
dell’erba! Non agogno
cha la virtù del sogno:
l’inconsapevolezza.

Bimbe di mia sorella,
e voi, senza sapere
cantate al mio piacere
la sua favola bella.

Sognare! Oh quella dolce
Madama Colombina
protesa alla finestra
con tre colombe in testa!

Sognare. Oh quei tre fanti
su tre cavalli bianchi:
bianca la sella,
bianca la donzella!

Chi fu l’anima sazia
che tolse da un affresco
o da un missale il fresco
sogno di tanta grazia?

A quanti bimbi morti
passò di bocca in bocca
la bella filastrocca
signora delle sorti?

Da trecent’anni, forse,
da quattrocento e più
si canta questo canto
al gioco del cucù.

Socchiusi gli occhi, sto
supino nel trifoglio,
e vedo un quatrifoglio
che non raccoglierò.

L’aruspice mi segue
con l’occhio d’una donna…
Ancora si prosegue
il canto che m’assonna.

Colomba colombita
Madama non resiste,
discende giù seguita
da venti cameriste,

fior d’aglio e fior d’aliso,
chi tocca e chi non tocca…

La bella filastrocca
si spezza d’improvviso.

«Una farfalla!» «Dài!
Dài!» - Scendon pel sentiere
le tre bimbe leggere
come paggetti gai.

Una Vanessa Io
nera come il carbone
aleggia in larghe rote
sul prato solatio,

ed ebra par che vada.
Poi - ecco - si risolve
e ratta sulla polvere
si posa della strada.

Sandra, Simona, Pina
silenziose a lato
mettonsile in agguato
lungh’essa la cortina.

Belle come la bella
vostra mammina, come
il vostro caro nome
bimbe di mia sorella!

Or la Vanessa aperta
indugia e abbassa l’ali
volgendo le sue frali
piccole antenne all’erta.

Ma prima la Simona
avanza, ed il cappello
toglie ed il braccio snello
protende e la persona.

Poi con pupille intente
il colpo che non falla
cala sulla farfalla
rapidissimamente.

«Presa!» Ecco lo squillo
della vittoria. «Aiuto!
È tutta di velluto:
Oh datemi uno spillo!»

«Che non ti sfugga, zitta!»
S’adempie la condanna
terribile; s’affanna
la vittima trafitta.

Bellissima. D’inchiostro
l’ali, senza rintocchi,
avvivate dagli occhi
d’un favoloso mostro.

«Non vuol morire!» «Lesta!
ché soffre ed ho rimorso!
Trapassale la testa!
Ripungila sul dorso!»

Non vuol morire! Oh strazio
d’insetto! Oh mole immensa
di dolore che addensa
il Tempo nello Spazio!

A che destino ignoto
si soffre? Va dispersa
la lacrima che versa
l’Umanità nel vuoto?

Colombina colombita
Madama non resiste:
discende giù seguita
da venti cameriste…


Sognare! Il sogno allenta
la mente che prosegue:
s’adagia nelle tregue
l’anima sonnolenta,

siccome quell’antico
brahamino del Pattarsy
che per racconsolarsi
si fissa l’umbilico.

Socchiudo gli occhi, estranio
ai casi della vita;
sento fra le mie dita
la forma del mio cranio.

Verrà da sé la cosa
vera chiamata Morte:
che giova ansimar forte
per l’erta faticosa?

Trenta quaranta
tutto il Mondo canta
canta lo gallo
canta la gallina…


La Vita? Un gioco affatto
degno di vituperio,
se si mantenga intatto
un qualche desiderio.

Un desiderio? sto
supino nel trifoglio
e vedo un quatrifoglio
che non raccoglierò.
 
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view post Posted on 18/4/2009, 17:08
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Half Demon Girl



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Lasciarti andare via

di Claudio/Liberodivivere



Lasciarti andare via,
adesso,
nel vento,
nel cuore,
e respirare disperazione.
Lasciarti andare via,
ora,
la miglior cosa possibile,
amore integro,
bene indissolubile,
ma forzare il destino.
Lasciarti andare via,
anima che lacrima,
l'impossibilità di vivere,
stare tranquillo,
questa dannazione che divora,
questa tempesta che mi coglie,
preparato,
rassegnato alla morte di te.
Questo bene, questa voglia,
non morirà mai,
ma devo forzare l'immane tempo,
e mandarti via,
con il tuo sentimento per te,
per non farti soffrire a lungo.
Lasciarti andare via,
anche se non voglio,
mi stringo accorato a un pensiero,
di un giorno,
che verrà,
emozione e brividi,
i tuoi occhi e le mani mie che ti sfiorano,
la tua pelle,
e poi non vederla più.
Tremendo il momento incalza,
l' auto al ritorno,
disperazione totale,
l'amore sempre più forte,
la fragilità che mi uccide,
cerco in un angolo qualcosa che mi faccia scordare te,
non ci riesco.
Lasciarti andare via,
morire mille volte ancora,
voglia improvvisa di sparire,
un fantasma,
che ritorna,
come farò...
come farò senza arcobaleno,
l'acqua che mi cheta,
il sole,
il sereno.
Lasciarti andare via,
in questo momento,
osservo disperato la mente,
il cuore si ripiega su se stesso,
tutto che mi circonda diventa pece,
dove sto annegando inesorabilmente.
 
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naranja
view post Posted on 2/6/2009, 13:11




L'anima si sceglie il proprio compagno
Emily Dickinson


L'anima si sceglie il proprio compagno
Poi chiude la porta
così che la maggioranza divina
non possa più turbarla

Impassibile vede i cocchi che si fermano
laggiù al cancello
Impassibile vede un Re inginocchiarsi
alla sua soglia

Io so che tra tantissimi
L'anima ne scelse uno
Per poi sigillare come fossero pietra
le valve della sua attenzione.

 
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view post Posted on 25/7/2009, 00:37
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Half Demon Girl



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Io pronuncio il tuo nome
Federico Garcia Lorca

Io pronuncio il tuo nome
nelle notti oscure,
quando giungono gli astri
a bere nella luna,
e dormono i rami
delle fronde occulte.
Ed io mi sento vuoto
di passione e di musica.
Folle orologio che canta
antiche ore defunte.

Io pronuncio il tuo nome
in questa notte oscura,
e il tuo nome mi suona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della mite pioggia.

Ti amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha commesso il mio cuore?
Se la nebbia si scioglie
quale nuova passione mi aspetta?
Sarà tranquilla e pura?
Se potessi sfogliare
con le dita la luna!!
 
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naranja
view post Posted on 4/8/2009, 21:14




Che bella, molto bella, conosco il poeta ma non questa poesia image
 
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Amalasunta69
view post Posted on 26/8/2009, 10:50




io invece conosco quasi solo questa delle sue poesie ^^


la sera del dì di festa - leopardi

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t’accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai né pensi
Quanta piaga m’apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m’affaccio,
E l’antica natura onnipossente,
Che mi fece all’affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da’ trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già, ch’io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell’artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov’è il suono
Di que’ popoli antichi? or dov’è il grido
De’ nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l’armi, e il fragorio
Che n’andò per la terra e l’oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di br non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s’aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch’egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s’udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.
 
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156 replies since 9/2/2005, 19:54   2913 views
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