JULIAN MCMAHON ITALIAN FORUM

FAN FICTION GAME 2, Nip/Tuck 2° stagione: Kate is alive

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striatina
view post Posted on 21/6/2005, 22:54




Un raggio di sole lo ferì prepotentemente agli occhi. Fece fatica, ma alla fine la luce vinse la sua battaglia costringendolo ad aprire le stanche palpebre. Si strofinò gli occhi che però subito si abituarono a quell'atmosfera familiare.
Girò il capo verso la finestra e tirò un sospiro di sollievo. Si trovava infatti nella sua stanza da letto di Miami.
Si sollevò, un brivido lo pervase, poggiò i piedi a terra e si rese conto di essere completamente nudo, afferrò pudicamente un lembo del lenzuolo color burgundi, ma lo lasciò andare subito per indossare la più comoda veste da camera che era appoggiata alla spalliera di una sedia.
Si alzò e avvicinatosi alla finestra guardò fuori dove la splendida baia di Miami
ebbe ancora una volta il potere di emozionarlo. Aprì la finestra e respirò a pieni polmoni l'aria salmastra, sorrise osservando uno splendido esemplare di gabbiano che si era posato proprio davanti a lui, quindi quello strano brivido lo costrinse a rientrare.
Sentiva freddo, tanto freddo, perciò richiuse la finestra e si voltò per andare in bagno. Forse una doccia lo avrebbe aiutato a calmarsi, si sentiva stranamente agitato...
Circumnavigò il grande lettone quando qualcosa di tremendamente freddo lo sfiorò. Si fermò perplesso, cosa poteva essere stato? Aveva avuto l'impressione di un contatto con un iceberg, d'istinto si fermò e rivolse l'attenzione al letto. Si sentì mancare. Una mano diafana infatti penzolava da sotto le lenzuola. Deglutì, non ricordava di essere stato in compagnia di qualcuno, in verità non aveva molti ricordi, si sentiva solo confuso e stanco, tremendamente stanco.
Guardò ancora verso la parte sinistra del letto e solo allora vide che il lenzuolo
ricopriva qualcosa, o meglio qualcuno. Si fece coraggio e con circospezione lo spostò leggermente.
Uno spettacolo orribile gli si parò davanti. In quel letto giaceva un giovane corpo di donna senza vita. Ma chi era? Non l'aveva mai vista prima, ne era certo, ma allora cosa ci faceva a casa sua e sopratto cosa era successo? Il panico gli attanagliava le gambe, non sapeva che fare, provò a prendere in mano il telefono, ma non riuscì a comporre nessun numero, non ricordava nessuno che potesse chiamare. Riguardò quella donna. Era poco più di una bambina.
Lunghi capelli biondi le incorniciavano il viso che... oddio era completamente tumefatto. Non poteva essere stato lui, mai e poi mai aveva picchiato una donna... si constrinse a guardare meglio e vide il cuscino completamente insaguinato. La voltò e notò una profonda ferita sulla testa da cui era fuoriuscita addirittura della materia grigia.
Nauseato da quello spettacolo si rifugiò in bagno, rannicchiandosi in un angolo.
Lo faceva sempre da piccolo dopo che Mr Troy aveva finito di "giocare" con lui.
Il piccolo bagno di servizio di quella grande casa diventava il suo piccolo paradiso. Allora si rannicchiava in un angolo e aspettava che le ore trascorressero lente.
Un forte dolore alla spalla lo costrinse ad alzarsi. Doveva fare qualcosa, non poteva pregiudicare tutta la sua vita così. Uscì da bagno e si sedette sulla sedia cercando di concentrasi, quando la porta della stanza si aprì.
"Christian, buono a nulla, sapevo che non avresti combinato niente di buono!".
Quella voce potente, a lui ben nota, lo fece trasalire. Si alzò di scatto, però non ebbe la forza di aprire bocca, improvvisamente si sentì invaso da una debolezza tale che anche stare in piedi stava diventando sempre più difficile.
"Smidollato, sei solo uno smidollato. Ma non preoccuparti, io ti aiuterò lo stesso a
liberarti di quella donna". Uscì per un attimo e tornò con una grossa sega tra le mani.
"Prendila e sbrigati, non abbiamo tempo da perdere!".
Lui lo guardò con orrore, era confuso, ma ancora abbastanza lucido da capire che mai e poi mai avrebbe fatto una cosa simile. Di fronte al suo tentennamento, l'uomo azionò la sega, un fiotto di sangue investì in pieno il ragazzo che si sentì venire meno. Quando riaprì gli occhi, tutto era cambiato. La stanza aveva lasciato spazio a quell'angusto luogo che lo teneva prigioniero da ore.
Ormai era chiaro che quella tremenda agonia stava x finire, eppure dentro di sè sentiva che aveva ancora voglia di vivere, cercò con le poche forze che gli rimanevano di muoversi e fu allora che le sue dita sfiorarono qualcosa di freddo, tremendamente freddo.

Edited by striatina - 21/6/2005, 23:58
 
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striatina
view post Posted on 22/6/2005, 22:55




A quel freddo contatto Christian urlò, ma dalla sua gola riarsa non uscì un suono. Ritrasse le dita, ma nel farlo spostò anche una trave che gli impedì ogni ulteriore movimento. Qualche minuto ed il dolore si fece insopportabile, poi lentamente sentì che il sangue non raggiungeva più le estremità, le sue dita non rispondevano più agli imput che il cervello stava inviando. Chiuse gli occhi, mancava
poco e quella agonia sarebbe finita, anche lui sarebbe divenuto di
marmo come quella mano che aveva sfiorato.
Chiuse gli occhi con la speranza che il passaggio dalla vita alla morte
sarebbe stato più rapido, ma dopo qualche minuto li riaprì stupito.
Le sue orecchie avevano percepito qualcosa, si concentrò, quando gli
sembrò di sentire davvero dei rumori. Fece forza su se stesso, lottando
contro l'estrema debolezza che lo aveva pervaso, quando udì chiaramente
il suo nome. Qualcuno lo stava chiamando, ma chi? Escobar e i suoi
scagnozzi erano andati via... ma... e se Goran fosse tornato indietro con una scusa, in fondo era l'unico che sapeva la verità, x gli altri era morto....Morto, in realtà era quello il suo destino,
forse stava soltanto sognando, la febbre lo stava divorando e la sua
mente più volte gli aveva giocato brutti scherzi. Quasi rassegnato sospirò, mentre le lacrime copiose gli solcavano il bel volto scavato dalla sofferenza. La sua vita gli stava scivolando dalle dita proprio quando aveva iniziato ad apprezzarla davvero grazie all'amore per Kate. Immaginò il suo bel sorriso, ma poi le sue orecchie percepirono
ancora quella voce. Stavolta era più vicina, certo come aveva fatto a
non riconoscerla prima, era quella di suo nonno, la sua famiglia, la persona che lo aveva strappato alla morte. Ma ora non avrebbe potuto fare molto, e poi a pensarci bene, come poteva sapere che lui era là sotto. Eppure quella voce chiamava lui. e non era la sola, tante voci pronunciavano il suo nome, almeno fosse riuscito a gridare, provò di nuovo, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu pronunciare un flebile
"Sono qui" per poi svenire di nuovo.
 
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striatina
view post Posted on 24/6/2005, 23:54




"Christian, Irina!", Sheridan continuava a gridare senza sosta quei nomi mentre si aggirava tra le macerie fumanti di quelle baracche. Ma niente, nessuna risposta, solo il silenzio più assoluto.
Accanto a lui Sean e Kate facevano lo stesso, mentre alcuni uomini avevano iniziato a scavare, purtroppo alla cieca senza avere alcun punto di riferimento. La piccola Svetlana non aveva saputo fornire altri particolari ed era ripiombata nel mutismo più assoluto, trovando conforto tra le braccia di Angie.
Improvvisamente un rumore di auto li fece trasalire, si voltarono di scatto e videro una jeep che entrava nell'aia.
Sheridan incuriosito si avvicinò x sapere chi fossero quei quattro uomini che erano scesi e si guardavano attorno con circospezione.
"Chi siete?" chiese al più anziano dei quattro.
Questi lo scrutò, poi schiarendosi la voce iniziò a parlare.
"Siamo della scientifica, ci hanno detto che qui c'è bisogno di noi".
Il vecchio ricercatore impallidì, "Come la scientifica... Dovevano venire i pompieri e le unità cinofile, voi che ci fate qui, sotto quelle macerie ci sono mio nipote ed una povera ragazza.
Sono intrappolati da ore, cosa potete fare voi? Non avete strumenti,
niente di niente...".
L'uomo l'aveva ascoltato con attenzione percependo tutta la sua angoscia,
"Purtroppo la tromba d'aria ha causato parecchi problemi nella zona, molte case sono crollate e c'è tanta gente ancora intrappolata. Per di più un treno è deragliato, mi dispiace ma è già
tanto che siamo riusciti ad arrivare fino a quà. Ma ora mi dica, avete già scoperto dove si trovano i due corpi?".
Sheridan lo fulminò con lo sguardo: "Corpi? Come fa ad affermare con sicurezza che siano morti? Mio nipote non può essere morto, non adesso che l'avevo appena ritrovato. Ho già pianto tanto per la sua scomparsa,
ora voglio solo riabbracciarlo".
"Cosa sono tutti questi schiamazzi?", Campbell uscì furibondo dalla
fattoria, seguito da Flanagan.
"E' lei Campbell, salve sono l'Ispettore
Gordon della Scientifica e questi sono i miei colleghi Corday, Kilmer e Williamson, come spiegavo al signore ci sono stati diversi problemi, ma ora se permette vorremmo iniziare il nostro lavoro, se davvero ci sono ancora
speranze di ritrovarli vivi non abbiamo tempo da perdere".
Campbell annuì e costrinse lo stesso Sheridan ad allontanarsi.
I quattro esaminarono con circospezione l'intera area perimetrale delle baracche. "Accidenti, la pioggia ha cancellato ogni cosa, ora è
praticamente impossibile risalire a qualche traccia". Corday,
sicuramente il più giovane, sbuffò quando intravide Kate che seppure
a distanza osservava con trepidazione il loro lavoro. La ragazza, quasi sotto choc, improvvisamente ebbe una folgorazione e corse verso di lui. "Mio marito era ferito, forse questo vi può aiutare".
Corday la guardò, era davvero bella,nonostante il suo incarnato
pallido, sicuramente doveva essere molto innamorata di quell'uomo. "Scusi, mi diceva che suo marito era ferito,
Gordon, ci sono buone notizie, possiamo controllare se sul terreno ci
sono tracce di sangue". Gordon annuì, ma si scontrò subito con lo scettico
Sean. "State scherzando, vero? La pioggia ha ripulito tutto, perchè
perdere tempo con le vostre sciocchezze. Il mio migliore amico ha
bisogno d'aiuto, smettetela di giocare". Gordon non gli prestò attenzione e continuò il suo lavoro minuzioso, controllando palmo a palmo ogni centimetro di terreno. "Tombola", gridò poco dopo. In effetti sul terreno, come per miracolo si erano materializzate
delle piccole chiazze rossastre. "Ora basterà seguirle x capire in quale di queste baracche sono imprigionati". Kate si strinse a suo padre, forse quell'incubo stava x finire... Il suo Christian sarebbe tornato da lei, perchè ne era convinta, lo avrebbe riabbracciato e la loro vita insieme sarebbe continuata a Miami. Sean dal canto suo, sentiva il cuore di sua figlia battere a mille e provava tanta paura
x quello che avrebbero vissuto nelle ore successive. Dopo aver visto quel sangue non era più tanto sicuro di poter riabbracciare il suo amico fraterno, però stranamente gli tornarono in mente le parole di Veronica su ciò che aveva detto la veggente e allora un leggero
sorriso increspò le sue labbra e dolcemente sussurrò a Kate "Vedrai
tesoro, presto il nostro Christian sarà di nuovo tra noi sano e salvo".
 
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striatina
view post Posted on 25/6/2005, 22:24




Gordon ed i suoi uomini in breve tempo organizzarono delle squadre di soccorso xchè non ci fossero dei problemi durante gli scavi. Il tempo a loro disposizione era poco, non era il caso che un lavoro affrettato complicasse la buona riuscita dell’operazione. Ormai avevano individuato la baracca, ma visto che da là sotto non provenivano lamenti bisognava stare molti attenti per non rischiare danni ulteriori alle infrastrutture. Purtroppo i mezzi a disposizione non erano proprio all’avanguardia, qualche badile al massimo, ma gli uomini iniziarono subito a lavorare alacremente. Improvvisamente un forte rumore meccanico li distrasse. Alzarono gli occhi al cielo e videro un elicottero che iniziava le procedure di atterraggio. Gordon prese subito a gesticolare, “Maledizione, se continua a volare così basso c’è il rischio di nuovi crolli, qui è tutto precario. Campbell ha la possibilità di mettersi in contatto con il pilota? Non può atterrare qui nell’aia, causerebbe solo ulteriori problemi”. Campbell annuì e corse nella fattoria a prendere il cellulare, in breve tempo con un rapido giro di telefonate riuscì ad entrare in contatto con l’elicottero. Ora però si poneva il problema, dove trovare uno spiazzo? Kate riflettè un attimo poi gli si illuminarono gli occhi. “Maggiore c’è lo spazio della porcilaia, li non ci sono problemi e tra l’altro non è molto lontano”. Campbell annuì e riferì il messaggio al pilota dandogli le giuste coordinate. L’elicottero si risollevò di nuovo e Gordon potè riprendere le operazioni. Ogni singola pietra veniva spostata stando ben attenti a non toccare le travi portanti. Un acre fumo rendeva ogni loro gesto ancora più difficile. Gordon scosse la testa, per lui era evidente che la corsa contro il tempo fosse finita, c’erano soltanto due corpi da recuperare, ma non voleva dirlo x non affossare del tutto le speranze di Kate e Sheridan che continuavano a chiamare il loro congiunto. Quella giovane donna era davvero indomita, aveva saputo da Flanagan che si trattava di una collega e aveva subito intuito quali potessero essere le sue capacità. Invece quell’anziano, lo aveva colpito per quello sguardo fiero, ma allo stesso tempo gli aveva fatto tenerezza il dolore x quel ragazzo finito sotto le macerie. Christian, così si chiamava, un gesto d’eroismo il suo pagato a caro prezzo. Ci avrebbe guadagnato un encomio ed una medaglia, ma poi? Si rattristò perché gli sembrò di rivivere la stessa scena di tanti anni prima. Era ancora un ragazzo incerto sul suo futuro, quando in compagnia di suo fratello maggiore Greg si era ritrovato nel bel mezzo di un terremoto. Erano in California, lungo la famigerata faglia di Sant’Antonio per una vacanza programmata da sempre. Surf, belle ragazze, tutto era andato x il meglio fino a quella terribile mattina. Avevano avvertito subito le scosse, ma nel villaggio in cui alloggiavano non era successo niente, anche la cittadina di Sant’Anna sembrava a posto come sempre, solo qualche crepa ogni tanto. Invece percorrendo la strada principale iniziarono a sentire delle voci disperate, si avvicinarono e capirono subito che il terremoto aveva lasciato delle conseguenze. Fuori da una palazzina in parte crollata c’era una giovane donna in lacrime, suo figlio di sei anni era rimasto dentro. Lei aveva strappato il bambino più piccolo dalla culla, ma non era riuscita a fare altrettanto con Peter, nella foga la sua manina si era staccata da lei che ora piangeva disperata. Greg non aveva perso tempo, nonostante gli scricchiolii non facessero presagire niente di buono si fiondò dentro e trovò il piccolo spaurito nascosto dietro una poltrona, afferratolo corse velocemente fuori, ma capì che qualcosa non andava perciò disse al piccolo di correre quanto più poteva. Peter ubbidì e presto fu tra le braccia della mamma, giusto in tempo prima che tutto si sbriciolasse. Greg no, lui aveva intuito il pericolo e si era sacrificato per quel bambino. Lo ritrovarono qualche giorno dopo privo di vita. Lo avvolsero nella bandiera americana e consegnarono ai suoi genitori una medaglia. Suo fratello era diventato un’eroe come lo sarebbe stato quell’uomo che cercavano. “Hey Gordon tutto bene?”. Corday aveva notato quella strana espressione sul volto del suo superiore che ormai conosceva da anni. “Si, non preoccuparti, pensavo a mio fratello. Ma adesso che succede?”. Uno schiamazzo lo fece voltare di scatto, di fronte ai suoi occhi alcuni i grossi maiali. “E questi da dove arrivano?”. Kate arrossì perché riconobbe i maiali che Christian a lungo aveva accudito. Subito si avvicinò a loro che riconoscendola la circondarono. In quel momento arrivò anche una jeep da cui scese un attonito Alex. Il giovane medico si stropicciò più volte gli occhi, quindi saltò giù dall’auto ed abbracciò forte la ragzza: “Kate, mio Dio sei proprio tu, non ci posso credere, fatti abbracciare! Non sai quante lacrime abbiamo versato x te e Christian, a proposito dove è quel vecchio filibustiere?”. Kate si divincolò da quell’abbraccio, fu quindi Sean ad avvicinarsi all’amico: “Alex mi dispiace non averti avvisato prima, ma Christian è sepolto sotto quelle macerie. Stiamo cercando di tirarlo fuori, ma come puoi vedere i mezzi a nostra disposizione non sono certo all’avanguardia. Purtroppo abbiamo perso del tempo prezioso perché è da poco che abbiamo scoperto tutto ciò. Ma adesso ti prego vai a controllare le condizioni di Gorge, è laggiù dentro la fattoria”. Alex, seppure sconvolto, annuì, prese la sua valigetta e si recò dall’agente dell’Fbi. Dopo un po’ riuscì. “Come sta George?”, Kate subito lo tempestò di domande. “Tutto sommato ha reagito bene ai postumi dell’incidente, l’ho trovato lucido, e anzi vi porto un suo suggerimento. X evitare di scavare a vuoto mi ha detto che si potrebbero usare i maiali. Il loro olfatto è simile a quello dei cani, pensa che in Italia li usano per cercare i tartufi, quindi potremo fargli odorare qualcosa che è appartenuto a Christian e vedere un po’, tanto non abbiamo niente da perdere”. Kate guardò l’amico e poi i maiali, “In effetti hai ragione, vado a prendere la scarpa di Christian”. Poco dopo tornò con l’oggetto e la fece odorare ai maiali, questi iniziarono ad odorare il terreno, e poi lentamente si spinsero verso la baracca, tutto gli uomini incuriositi smisero di lavorare ed osservarono la scena, quando il più grosso dei tre, il mitico Campbell, proprio al centro delle macerie iniziò a grugnire più forte. Gli altri si avvicinarono e si unirono al coro. “Forse hanno trovato qualcosa” grido Gordon “Fateli allontanare ed iniziamo a scavare in quel punto”. Prese il badile e con foga iniziò a spostare pietre su pietre fino a quando si fermò sconvolto, si girò verso gli altri che impallidirono, tra le mani aveva un lembo di tessuto bianco insanguinato.
 
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striatina
view post Posted on 24/7/2005, 21:02




Gordon teneva ancora in mano quel lembo di veste, mentre una cappa di silenzio era scesa intorno a lui. Ormai era chiaro che le speranze di ritrovare Christian ed Irina ancora vivi si stavano riducendo all’osso. Se davvero ci fosse stata della vita là sotto avrebbero sentito almeno un lamento, un gemito, invece niente, tutto taceva. Gordon senza parlare continuò per un attimo a scavare quando vide dei biondi capelli insanguinati. Trattenne il respiro, non poteva lasciarsi coinvolgere da quella tremenda immagine, in tanti anni di lavoro aveva imparato a separare i sentimenti dalla tragica routine a cui purtroppo si era dovuto abituare. Inizialmente di fronte ai primi casi si era sentito inadatto, ricordava ancora la volta in cui aveva avuto il triste compito di ritrovare il cadavere di una bambina rapita da una banda di pedofili. Quell’immagine si era fissata nella sua mente e mai avrbbe potuto cancellarla. E adesso quei capelli biondi che aveva davanti… sentì una fitta al cuore, poi con voce quasi asettica chiamò i suoi uomini. “Corday porta un telo, presto”. A quelle parole pronunciate in modo grave, Kate si irrigì, Sean capì la situazione e cercò di proteggerla con un tenero abbraccio da cui però lei si divincolò correndo su quelle macerie.
“No, signora non si avvicini, non è un bello spettacolo”. Lei tentò comunque di scrutare tra quelle macerie, quando vide quei capelli, il cuore che x un attimo le si era fermato in petto riprese a battere furiosamente, “…non è il corpo di Christian, ma allora è della sorella di quella povera bambina…”. Immersa nei suoi pensieri non si era resa conto che Corday dopo aver dato il lenzuolo al suo capo con delicatezza l’aveva portata via da quel tumulo di morte riconsegnandola alle braccia protettive di suo padre. Gordon intanto era riuscito a liberare quel corpo martoriato. Seppure avvezzo agli spettacoli più tremendi, non riuscì a trattenere un moto d’ira di fronte a quelle povere membra straziate. Doveva avere si e no 18 anni, bionda, carnagione chiara, sicuramente una gran bella ragazza che non doveva stare lì, ma avrebbe dovuto avere i problemi delle sue coetanee, i loro interessi, la scuola, le prime cotte, il divertimento. Invece quei porci l’avevano condotta a forza in quello sporco mondo che le aveva portato via x sempre i suoi sogni di bambina, trascinandola in un baratro da cui non sarebbe più riuscita. Delicatamente la estrasse da quelle macerie avvolgendola in quel bianco lenzuolo, quindi presala in braccio la portò via da quell’orrore. Tutti gli uomini si fermarono in segno di rispetto per quella giovane vita spezzata e anche ai più duri non sfuggì una lacrima di commozione. Lo stesso Campbell lasciò trasparire un certo trasporto emotivo quando vide la piccola Svetlana piangere e disperarsi sul corpo ormai gelido della sorella che per salvarle la vita aveva perso la sua. Sheridan in un angolo aveva assistito a tutto impotente e ormai si era convinto che da lì poco avrebbe assistito alla stessa scena con il cadavere del suo amato nipote. Come poter sperare ancora in un miracolo? Erano ore che scavavano e quelle pietre avevano iniziato a restituire morte. Lui ed Irina erano entrati insieme in quella baracca, come poter pensare x loro ad un destino diverso?
 
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striatina
view post Posted on 24/7/2005, 21:22




Intanto sotto le macerie Christian, ormai allo stremo delle forze, continuava a passare da un incubo all’altro con i momenti di lucidità che diventavano sempre più rari. Faceva davvero fatica a respirare anche perché da un po’ continuava a cadere polvere, tanta polvere che sentiva penetrare fin dentro la gola riarsa dalla sete. Inoltre la febbre poco a poco lo stava divorando ed il suo corpo era pervaso dai brividi, ma lui era impotente, ogni movimento gli era precluso da quel luogo angusto e poi il braccio che aveva sfiorato quella mano fredda aveva ormai assunto una posizione innaturale, era come se non facesse più parte di lui. Anche quel po’ di luce che prima riusciva a filtrare da quel pertugio sopra il suo viso non gli trasmetteva più alcuna speranza, vedeva tutto buio o forse erano i suoi occhi che si rifiutavano di vedere.
“E’ finita”, pensava tra sé e sé, “ormai la mia vita è agli sgoccioli, non mi resta molto tempo a disposizione, so solo che vorrei già essere morto. Perché quel bastardo non mi ha ucciso subito? Ma forse è quello che merito x tutto il male che ho fatto. Sono sempre stato un cinico ed ho usato le persone x soddisfare i miei piaceri, questo ho imparato dalla mia famiglia, nient’altro… Famiglia? Solo conoscendo Sean e Julia aveva capito il concetto di famiglia, non certo vivendo in orfanotrofio e poi con i Troy. Certo avessi incontrato prima mio nonno, invece tutto è successo troppo tardi, anche l’arrivo di Kate, in questi pochi mesi trascorsi insieme sono letteralmente rinato. Quando mai avrei potuto vivere lontano dagli agi? Invece adesso sono condannato a morire qui e forse nessuno saprà mai cosa è successo davvero. Kate, il suo dolce sorriso mi ha subito conquistato, quando l’ho vista all’aeroporto x la prima volta credevo di morire, ma mai avrei immaginato di provare simili sentimenti. Io innamorato? Un anno fa avrei riso in faccia a chiunque lo avcesse solo pensato, invece la corazza che mi ero costruito si è letteralmente dissolta…”… Deglutì pesantemente, mentre l’aria si faceva sempre più rada, quella continua pioggia di polveri e calcinacci lo stava aiutando a mettere fine a quella lunga e penosa agonia. “George….” Sussurrò a fil di labbra, “spero tanto che sia tu a prenderti cura della mia picc…”. Non riuscì a finire la parola perché la struttura già di x sé precaria in cui si trovava subì un forte scossone, una leggera lacrima solcò sul suo viso sofferente, mentre il suo corpo fu travolto da una nuova pioggia di polvere e detriti. Il giovane chirurgo chiuse gli occhi incurante di quanto succedeva fuori, mentre i soccorritori senza che lui lo sapesse si avvicinavano sempre di più.
 
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striatina
view post Posted on 24/7/2005, 22:29




Impegnati come erano nelle ricerche nessuno si era più curato del veterinario che era stato lasciato solo in una stanza della grande villa. Questi, approfittando del momento a lui favorevole, riuscì con estrema facilità a scardinare la porta. Lungo i corridoi non c’era nessuno, perciò in solitudine entrò in cucina dove afferrò un pesante lume ad olio, lo accese e con circospezione uscì fuori. Sul retro tutto taceva, perciò rasentando il muro si ritrovò in prossimità di una casupola stranamente ancora in piedi. “Non tradirò mai Escobar, ma allo stesso tempo non voglio marcire in una prigione federale. Quegli idioti non hanno perquisito la nostra Santa Barbara, compirò il mio ultimo lavoretto per il mio amato Capo. Io morirò, ma non sarò solo”…
Il veterinario lasciò il muro, ma in quel momento fu avvistato da alcuni uomini di Campbell “Ehi tu dove vai? Altolà o spariamo”. Incurante delle voci il vecchietto ritrovò all’improvviso la carica giovanile ed iniziò a correre, quindi proprio sulla porta della baracca gridò a squarciagola: “Ci vedremo all’Inferno!”. A quelle urla tutti si voltarono, “Maledizione, si è diretto verso il deposito delle armi, non vi avevo detto di presidiarlo, presto si vuole far saltare in aria, tutti al riparo, non c’è tempo da perdere”. Campbell fece appena in tempo a parlare e a buttarsi a terra che tutt’intorno scoppiò l’inferno. L’esplosione fu terribile e lo spostamento d’aria colpì in pieno le macerie. Kate incurante del pericolo si alzò di scatto, ma di fronte ai resti fumanti della baracca impallidì. “CHRISTIAN!”. A quell’urlo disumano Gordon accorse e capì, spinse via la ragazza e subito si chinò sulle macerie. Tutti intuirono che l’esplosione avesse sbloccato la situazione, ma nessuno osava proferire parola. L’agente della Scientifica chiamò a sé i suoi uomini ed in men che non si dica il corpo di Christian fu estratto ed adagiato per terra. “Il polso è debole, non respira, presto un dottore!”…
 
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