JULIAN MCMAHON ITALIAN FORUM

LA TRAPPOLA, GDR alla conquista di Sean McNamara

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OnlyJulian
view post Posted on 24/11/2004, 16:51




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Mi chiamo Ilaria, di cognome faccio Walsh, ho 34 anni, segno zodiacale Gemelli.
Fisicamente sono alta circa 1,70, di corporatura media, ho capelli biondi un po' ribelli (lisci o mossi a seconda del momento) e gli occhi verdi. Insomma, non molto diversa da come sono in realtà.
Sono nata a Denver da padre americano e madre italiana, ma quando avevo due anni la mia famiglia si è trasferita in Italia, dove sono cresciuta e dove ho compiuto tutti i miei studi, fino alla laurea in medicina e alla specializzazione in medicina legale e in tossicologia forense. Solo ogni tanto tornavamo negli Stati Uniti per le vacanze e da parte mia, pur adorando l'Italia, ho sempre desiderato provare a vivere in America, così, tanto per provare a vivere in una realtà diversa da quella in cui ho sempre vissuto.
Di carattere sono più o meno come nella realtà: aperta, socievole, allegra e con la risata facile.
Ovviamente lavoro come medico legale presso l'omonimo istituto dell'università della città in cui vivo, fino al momento in cui viene offerta la possibilità di collaborare un anno presso l'istituto di medicina legale di una grande città americana. Presento la mia candidatura, che viene accettata, e così mi viene comunicato che la sede scelta è Miami.
Dopo aver trascorso frenetiche settimane organizzando cene e uscite per salutare tutti, mi imbarco sul volo per Miami in una gelida mattina di gennaio, contenta di lasciarmi alle spalle il freddo dell'inverno, ma consapevole di fare un salto nel buio.
Fra un giro e l'altro per la città, mi cerco una sistemazione e la trovo in un piccolo appartamento in un residence vicino alla spiaggia.
Dopo di che inizio la mia avventura lavorativa in quel di Miami.

 
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OnlyJulian
view post Posted on 24/11/2004, 16:56




Sei pronta Ilaria?? Il gioco comincia...

Ecco il tuo basic e in bocca al lupo. o forse dovrei dire in bocca al chirurgo.

****************

Si sentiva frusciare la carta del taccuito del sergente Wilson, mentre sfogliava i suoi appunti.
“La vittima si chiamava Rachel Monray, 32 anni compiuti tre giorni fa. Così risulta dai documenti trovati nella sua borsetta. Sembra che siano state le coltellate a ucciderla ma questo spero me lo dirà lei con certezza, dottoressa Walsh” mentre parla, sostate entrambi a pochi metri dal cadavere, per non intralciare il lavoro della scientifica. Con grande efficienza questa è all'opera: i flash illuminano la notte, gli uomini in tute scure e guanti di lattice fanno il loro dovere sulla scena del delitto.Tu e il sergente attendete pazienti che vengano fatti tutti i rilievi, per non inquinare la scena del crimine. Tanto la vittima non andrà da nessuna parte, ormai. Anche da lì puoi vedere che, nonostante la morte orrida, la bellezza della donna permane ancora. Lunghi capelli chiari appena scompigliati dalla posa innaturale in cui il corpo è caduto, un abito di gran classe bianco, sul quale il rosso cremisi del sangue, per le numerose ferite inferte, spicca con orrenda crudeltà. Ha perso una delle due decolleté con il tacco a spillo, che giace poco lontano dal corpo, sul selciato. Siete in un vicolo, dove dà l'uscita posteriore del “Bad Moon” uno dei locali più in di Miami. La telefonata della polizia ti ha tirato giù dal letto appena mezz'ora prima, per l'esattezza alle 3.42 minuti del mattino, se puoi credere allla sveglia sul tuo comodino. Il tempo di vestirti e precipitarti sul luogo dell'omicidio, non molto lontano da casa tua nell'assenza del traffico di quelle ore notturne.
Il Italia facevi lo stesso lavoro, ma quello è il tuo primo morto a Miami e non è mai un bello spettacolo. Ai cadaveri, forse, non ci si abitua davvero mai, specie se sono vittime di una morte violenta.
Il sergente impreca tra i denti, visibilmente nervoso.
“E' la terza vittima questo mese. Lei non può saperlo dottoressa perché è arrivata in città da pochi giorni, ma è la terza donna trovata uccisa a Miami con delle coltellate, se almeno anche lei mi confermerà quanto già detto dal patologo che l'ha preceduta” sospirò, ma si scorgeva la preoccupazione sul suo viso:”comincio a temere che siamo di fronte a un serial killer”.
 
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Ilaria Cole
view post Posted on 25/11/2004, 21:36




"Non possiamo escludere nessuna ipotesi al momento" rispondo al sergente Wilson, ma il mio istinto e la mia esperienza mi suggeriscono che potrebbe aver ragione. "Sarei propensa a ritenere che la morte sia da attribuirsi alle ferite inferte, però non posso confermare nulla fino a quando non avrò eseguito l'autopsia".
Vengo improvvisamente scossa da un brivido, nonostante la temperatura sia mite. Questo posto ha un'aria decisamente sinistra e mi chiedo che cosa potrebbe aver attirato qui una ragazza come Rachel.
 
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OnlyJulian
view post Posted on 27/11/2004, 13:42




L'uomo della scientifica stava venendo verso di voi, togliendosi i guanti di lattice.
"Dottoressa, è tutta sua." ti annuncia.
"Io andrò a fare due chiacchiere dentro il 'Bad Moon'" ti dice invece il sergente Wilson, allontanandosi "due agenti hanno già avvertito il proprietario. Visto come la vittima era vestita, scommetto che è stata lì, stasera" e scuotendo la testa, come se già immaginasse di non venire a capo di nulla nel locale, si avviò verso l'uscita del vicolo, all'ingresso principale del locale. Ormai, data l'ora, anche il Bad Moon doveva aver chiuso i battenti, anche se da poco.
 
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Ilaria Cole
view post Posted on 27/11/2004, 16:26




Mi avvicino al corpo di Rachel e comincio a esaminarlo.
Sulla scena del delitto ci sono altri agenti, ma sembro non notare nessuno, concentrata come sono sul caso che devo affrontare.
"Non possiamo stabilire con certezza l'ora precisa del decesso. Non essendo ancora sopravvenuto rigor mortis, possiamo solo farla risalire a non prima di un paio d'ore fa"
Noto subito che la vittima ha delle mani molto ben curate e che alcune unghie sono spezzate.
"Deve esserci stata una collutazione. Potremmo trovare dei frammenti di pelle o delle fibre sotto le unghie. Se siamo fortunati potrebbero aiutarci a prendere l'assassino".
Noto un'abrasione sul ginocchio destro: "Probabilmente è cadura mentre cercava di scappare", ipotesi che mi sembra plausibile, visto che una delle scarpe che indossava è stata ritrovata a una certa distanza dal corpo.
Esamino poi le ferite da taglio "Probabilmente le ferite sono state inferte da un coltello da cucina, ma potrebbe anche trattarsi di un'arma da professionista, tipo le baionette in dotazione all'esercito. Un fendente ha colpito il fegato, lo si vede chiaramente dal colore rosso molto scuro del sangue, quasi nero. Un'altra coltellata ha raggiunto il cuore. Potrebbe essere il colpo mortale, ma ne sapremo di più dopo l'autopsia".
Il sangue ha un vago sentore di alcool. "Deve anche avere bevuto non poco".

Indugio per alcuni secondi in moto di pietà per la povera Rachel, poi mi alzo e noto che il furgone dell'obitorio è già arrivato.
"Ok, ragazzi, ho finito, potete portarla via"







 
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OnlyJulian
view post Posted on 29/11/2004, 13:32




Assisti mentre il corpo viene caricato sulla barella e messo nell'ambulanza. Il lavoro urgente l'hai fatto, l'utopsia può tranquillamente aspettare la mattina...mattina è già, ma forse un'ora un po' più tarda. Quindi potresti andare a letto e cercare di dormire ancora qualche ora. Oppure sbirciare nel Bad Moon per vedere come se la sta cavando il sergente Walsh. La scelta, mentre osservi l'ambulanza allontanarsi, è solo tua.
 
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Ilaria Cole
view post Posted on 29/11/2004, 19:42




Dopo aver esaminato il corpo di Rachel sento la tensione che cala e avverto un po' di debolezza. Sono in debito di sonno, come sempre.
Ma un paio d'ore di sonno non risolverebbero niente e poi mi aspetta una giornata molto intensa.
Decido di dare un occhio al Bad Moon per sentire che cosa ha scoperto il sergente Wilson, poi volerò all'obitorio. Dobbiamo attendere i familiari per il riconoscimento prima di procedere con l'autopsia.
Nel frattempo mi aspetta l'ingrato compito di fare un po' d'ordine in quello che è diventato il mio ufficio. Il mio predecessore era un casinista allucinante, peggio del dottor Kumagai di Presunto Innocente

Edited by Ilaria Cole - 30/11/2004, 00:44
 
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OnlyJulian
view post Posted on 29/11/2004, 20:38




Il sergente Wilson sta parlando con un uomo abbastanza giovane, con occhi e capelli scuri e carnagione olivastra, il fisico atletico infilato in un elegante abito scuro. Un agente assiste, guardandosi in giro con espressione impenetrabile.
"E' davvero sicuro signor Valdés di non aver mai visto prima quella donna?" gli sta domandando il sergente. E ha tutta l'aria di essere la milionesima volta che pone la domanda.
Così il proprietario del locale più alla moda di Miami è così giovane? Chissà perché ci si poteva aspettare un uomo di mezz'età. Invece il nominato Valdés, che non deve aver superato di molto la trentina, scuote la testa, un po' più pallido man mano parla. Vuol dire che il cadavere l'ha visto, eccome se l'ha visto.
"Non so dirle nemmeno se era un cliente abituale del mio locale oppure no, sergente" ribatte con un forte accento messicano "passa talmente tanta gente di qua ogni sera che davvero non saprei dirla. Vista così poi..." l'uomo, nonostante l'aria possente, rabbrividisce e dalla smorfia del suo viso viene da pensare che stia facendo un enorme sforzo con sé stesso per non vomitarsi sulle scarpe.
 
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Ilaria Cole
view post Posted on 29/11/2004, 20:52




Entro con circospezione nel locale, in modo che il signor Valdès non mi possa notare, e faccio un cenno al sergente Wilson per fargli capire che gli parlerò con calma quando avrà finito l'interrogatorio
 
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OnlyJulian
view post Posted on 29/11/2004, 22:09




Dopo neanche un quarto d'ora, il sergente Wilson lascia libero il signor Valdés. Fa un cenno all'agente e ti raggiunge con lui presso l'entrata, dove ti sei fermata.
"Allora?" ha l'aria stanca e preoccupata. Forse troppo per un solo omicidio...probabilmente, la paura che sia un serial killer serpeggia in lui "Ha scoperto qualcosa?".
 
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Ilaria Cole
view post Posted on 30/11/2004, 01:17




Riassumo per sommi capi: "E' morta due ore/due ore e mezzo fa, le ferite sono state provocate da un coltello da cucina o da un coltello da sopravvivenza. Probabilmente è stata uccisa da una pugnalata al cuore, ma non potrò stabilirlo con certezza prima dell'autopsia. Credo che conoscesse il suo assassino, che l'abbia seguito spontaneamente nel vicolo e che poi abbia cercato di fuggire quando ha compreso le sue reali intenzioni. Deve anche aver lottato contro il suo aggressore, speriamo che eventuali residui sotto le unghie ci dicano qualcosa.
Penso di poter affermare con una certa sicurezza che avesse bevuto, l'esame tossicologico ci dirà se ha anche fatto uso di droga". Scruto il volto del sergente Wilson e noto la sua espressione preoccupata, ma da cui traspare pure una certa trepidazione, come se aspettasse la conferma alla più importante delle sue supposizioni.
In effetti non tarda ad arrivare: "Ho notato la ferocia con cui l'assassino si è accanito sulla poveretta. Ha continuato a infierire su di lei anche quando era già morta. Credo anch'io che siamo in presenza di un serial killer e anzi, sarebbe molto utile che leggessi i referti delle autopsie delle altre vittime".
 
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OnlyJulian
view post Posted on 30/11/2004, 10:11




Il sergente Wilson assentì."Glieli farò avere entro oggi, dottoressa Walsh. Intanto, le chiedo di telefonarmi appena avrà finito l'autopsia sulla donna" sta per andarsene, poi esita, tornando indietro di qualche passo:"in particolar modo le chiedo di darmi la certezza di una cosa che credo di aver già intuito osservando il corpo della vittima. Ho bisogno di sapere se la vittima si è sottoposta a un'intervento di chirurgia estetica al seno" ti guarda e prevenendo la tua domanda ti spiega:"per le altre due donne è stato così. Se è confermato anche per la terza potrebbe non essere una coincidenza ma l'unico collegamento tra le tre vittime. Che per il resto differiscono per condizioni economiche, familiari e anche razziali"."
 
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Ilaria Cole
view post Posted on 30/11/2004, 19:21




"La ringrazio molto, sergente" gli rispondo. "Non ha idea del tempo che mi farà risparmiare. Mi vedevo già a rovistare fra scartoffie e raccoglitori... meglio così, potrò dedicarmi subito all'autopsia". Saluto e comincio a correre verso la macchina (sana abitudine importata dall'Italia), poi altrettanto velocemente torno indietro. "Ah, sergente, dimenticavo... terrò senz'altro in considerazione il suo suggerimento e le telefonerò quando avrò concluso l'autopsia".
Ricomincio a correre. Devo arrivare in obitorio il più presto possibile. Se è arrivato qualche familiare per il riconoscimento non vorrei farlo attendere troppo.
 
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OnlyJulian
view post Posted on 1/12/2004, 17:17




Davanti all'ingresso dell'obitorio trovi in attesa di chissà che cosa una donna giovane, bionda, che si guarda in giro con aria incerta. Le tracce recenti di lacrime sul viso e la notevole somiglianza con la donna morta fanno pensare, con ragionevole certezza, che sia la sorella. Appena ti vede ti guarda un attimo con aria interrogativa, come se si aspettasse un là da te. Ti avvedi subito che ho molto giovane, forse ha poco più di vent'anni ed evidentemente non sa che fare, se entrare o stare lì dov'è, presso la berlina chrysler dalla quale probabilmente è scesa.
 
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Ilaria Cole
view post Posted on 1/12/2004, 23:12




Sento il cuore che mi si gonfia di angoscia per il dolore che quella povera ragazza sta provando e per la sensazione che in questi momenti inevitabilmente mi assale. Per me questo è il momento più difficile e purtroppo non mi posso sottrarre.
Vorrei avere per lei parole di conforto, ma mi rendo conto che non colmerebbero mai il vuoto che si crea inevitabilmente con la morte di una persona cara e che alle sue orecchie suonerebbero solo come mere frasi di circostanza. Quando va bene, perché spesso e volentieri il medico legale fa un po' da capro espiatorio.
Mi faccio coraggio e mi avvicino alla ragazza: "Buongiorno, sono la dottoressa Ilaria Walsh, posso aiutarla?"
 
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127 replies since 24/11/2004, 16:51   2234 views
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