Ciao a tutti!
provo a postare questa fan fiction, se avete voglia e tempo provate a darle un'occhiata e se vi dovesse piacere, mi piacerebbe continuarla! Ma sinceri coi pareri!
Ovviamente, essendo uno spin off di Nip/Tuck ne preserva le caratteristiche e credo che siamo intesi!
Smell/Spread
Nikki e Samantha sono due donne che, oltre a condividere una forte amicizia, condividono una carriera di successo a Los Angeles. Sono infatti proprietarie di una beauty farm, la "McNeil&Deline", dove tutto viene fatto affinchè le persone possano ritrovare il benessere superiore ed interiore. Nikki è uno spirito libero, priva di legami e di responsabilità, che vive alla giornata e godendo di tutti i piaceri della vita, Samantha invece è una madre di famiglia, con un matrimonio apparentemente perfetto, ma che in realtà nasconde molti segreti. I due termini del titolo rappresentano la clinica, dove raffinati profumi, fanghi di bellezza e fragranze inebrianti, celano lo sporco, lo scandalo e il vuoto della città della ricchezza, della moda e delle arti.
Cast:Nome: Nikki
Cognome: Deline
Età: 39
Professione: Chimica ed esperta nella produzione di cosmetici, è lei che realizza i prodotti di bellezza usati alla "McNeil&Deline"
Nome: Samantha
Cognome: McNeil Lance
Età: 39
Professione:Esperta dermatologa, possiede uno studio privato alla "McNeil&Deline", di cui è proprietaria.
Personaggi secondariNome: Cyrus
Cognome: Lance
Età: 46
Professione: Chirurgo estetico, possiede un'importante clinica a Los Angeles.
Nome: Colleen
Cognome: McNeil
Età: 23
Professione: modella
Nome: Adam
Cognome: McNeil
Età:21
Professione: aspirante fotografo professionista
Nome: Axel
Cognome: Jesse
Guida agli episodi1x01 Pilot
Sam, sempre più preoccupata per la salute del suo matrimonio, rimane ripetutamente delusa quando Cyrus rimanda diverse volte il suo ritorno a Los Angeles. Per di più, il lancio della nuova linea cosmetica della "McNeil&Deline" subisce un arresto. Ma le vere difficoltà per la donna, iniziano con la comparsa nella sua vita della misteriosa Dana Daven, il cui misterioso passato rischia di mettere in pericolo la stessa Sam. Nikki nel frattempo considera di assumere Axel come responsabile della promozione, ma da subito l'incontro è tutt'altro che professionale dato che, il fidanzamento di questo con la sua assistente Nina, è una tentazione troppo forte per lei. Adam e Colleen sono entrambi nuovamente a casa dopo l'estate, e il ragazzo condivide con la sorella i sospetti sulla fedeltà del patrigno. Tuttavia l'identità dell'amante di Cyrus è al di là di ogni sua aspettativa.
1x01 PilotCapitolo 1Le ci vollero diversi istanti prima di capire che, quel fastidioso rumore che l'aveva svegliata, fosse lo squillo del cellulare, ma alla fine Samantha fu costretta ad allungare il braccio fino al comodino. Era davvero curiosa di capire che l'aveva strappata dalle braccia di Morfeo, proprio quando, dopo due notti passate insonne, era riuscita a sprofondare in un sonno profondo. La luce del display del cellulare illuminava di un debole pallora l'oscurità della stanza, e la donna non potè fare a meno di notare, ancora una volta, l'altra metà del letto, vuota. Ma c'era abituata. Com'era abituata alle chiamate improvvise di Nikki. Come si aspettava era l'amica a cercarla. Samantha aprì la conversazione e portò il cellulrare all'orecchio e, dopo aver ascoltato la richiesta dell'amica, rispose: [b]"Va bene...arrivo subito, ma aspettami fuori"[/b]
Facendo violenza su se stessa, si costrinse ad alzarsi.
Non molto tempo dopo fermò il suo suv nero di fronte al cancello della villa, la musica arrivava fino a lì. Attese per diversi minuti, e, quando stava per chiamare Nikki, questa spuntò dal giardino, accompagnata da due ragazzi. Ridevano come pazzi, probabilmente per nessun motivo reale se non per l'alcol o per il fatto che fosse di prassi mostrarsi felici fino all'ultimo minuto del party. I due accompagnatori la mollarono al cancello, tornando sui propri passi per raggiungere di nuovo il party...davvero dei gentiluomini. Ma il peggio fu che Nikki la ringraziò urlando come un'ossessa, con una bottiglia di vino in mano.
Samantha ne aveva davvero abbastanza...sempre la solita storia, sempre le solite scene. Con violenza premette il palmo della mano sul volante e, per qualche istante, il rumore del clacson coprì la musica della festa. Nikki sobbalzò, ricordandosi finalmente della presenza dell'altra. Raggiunse l'auto e, accogliendola con un sorriso e frasi sconnese, si mise a sedere sul sedile del passeggero.
Samantha si avviò in modo brusco e l'amica, che stava ancora cercando di afferrare la cintura, sbattè violentemente sul cruscotto: [b]"Ehi, un pò di pietà!"
"Oh Nikki! Smetti di fare la parte dell'ubriaca, sappiamo entrambe che non sei così partita....ormai hai talmente alcol nel sangue che perderesti coscienza più per una trasfusione di sangue che per un paio di fernet-coca!"
"Uff..e va bene, scusa per averti chiamata, la prossima volta tornerò a casa da sola...se vado fuori strada poco importa!"[/b]
[b]"Inizi a preoccuparti dopo anni che ti faccio d'autista?"[/b] Ci fu un pò di silenzio, poi, come sempre, riprese con tono pacato, come se non fosse più arrabbiata: [b]"Non mi importa di venirti a salvare da party noiosi...ma domani abbiamo una giornata di lavoro intensa e importante"
"Tranquilla, i nuovi campioni di balsamo sono pronti...non mi pare di aver mai dato problemi al lavoro..."[/b]
E in effetti era così...spesso passavano interi giorni prima che dormisse almeno un paio d'ora, tra lavoro, feste, notti bollenti, e, soprendentemente arrivava in ufficio fresca e sveglia...non l'aveva mai vista compiere un errore in effeti.
[b]"Spero di non aver svegliato Cyrus"[/b] Domandò Nikki, ma, dal silenzio che seguì la sua richiesta comprese: [b]"Non dirmi che è ancora fuori città! ma doveva tornare ore fa!"
"Ha dovuto allungare il viaggio fino a domani"
"Che sorpresa...ma perchè non sei venuta con me...ah dimenticavo, sei una donna di famiglia, dalla vita rispettabile e dagli interessi noiosi!"[/b][b]"Io adoro i miei hobby Nikki, non cominciare, accetta il mio stile di vita, allo stesso modo di come io accetto il tuo!"[/b]
Quasi non aveva notato il semaforo rosso, ma alla fine riuscì a frenare prima di imboccare l'incrocio. Le due donne rimasero in silenzio e Nikki, per ingannare l'attesa, mise un pò di musica, ma a un volume troppo alto, così che Samantha lo abbassò subito infastidita.
[b]"E dai Sam!"[/b] Si lamentò Nikki. Ma la loro guerra per la radio perse subito di interesse quando un auto si fermò sulla corsia accanto, portandosi dietro una nuvola di rock metallico. Il veicolo era pieno zeppo di ventenni che, quando si accorsero delle due donne, subito iniziarono a prenderle in giro con aria di sfida, con aria di chi però era sicuro di non ricevere una risposta.
[b]"Sam..."
"Ho notato...e d'accordo, ma poi si torna a casa!"[/b]
Iniziò a far rombare il motore e i ragazzi accolsero la sfida, inizialmente quasi increduli, poi divertiti dalla prospettiva di batterle.
[b]"Illusi"[/b] Commentò Nikki, eccitata dalla piega che stava prendendo la serata.
Quando la luce verde si sostituì a quella rossa, entrambe l'auto sfrecciarono in avanti, libere di accelerare, grazie al fatto che l'ampia strada di fronte a loro era praticamente deserta. Mentre Sam era concentrata sulla strada, Nikki era intenta a prendersi gioco degli avversari, certa della vittoria in tasca e, in effetti, alla terza curva, Sam riuscì a spingere sul marciapiede l'auto dei ragazzi. Si fermò, per assicurarsi che si fossero fermati prima di andare a sbattere contro un palo della luce o una vetrina, poi, vedendoli illesi, ripartì.
[b]"Sei stata grande!"[/b] Si complimentò Nikki, sporgendosi dal finestrino per urlare contro gli sconfitti.
[b]"Ricordatelo la prossima volta che mi vorrai dare della noiosa!"[/b]
Il mattino successivo, alla "McNeil&Deline", si prospettava un'altra giornata affollata di clienti che erano pronti a concedersi una parentesi di relax e piacere nel rinomato centro estetico. L'ufficio di Nikki si trovava al terzo piano, l'ultimo dell'edificio, circondato da un ampio giardino e che comprendeva, fra le altre cose, stanze per massaggi, una piscina, saune, un centro estetico e un edificio più piccolo, che fungeva da albergo per i clienti che si trattenevano per più giorni. Nikki, dopo aver dato un'occhiata al parcheggio che si stava riempendo, si allontanò dall'ampia vetrata ad arco e si concentrò sulla sua scrivania. Accortasi dell'assenza del suo programma giornaliero, uscì per rivolgersi alla sua assistente. Ma la scrivania della ragazza era vuota. Prima che potesse infuriarsi, si avvicinò Glenda, l'assistente di Sam: [b]"Signorina Deline, ecco il programma"[/b] La donna prese il foglio che le porgeva, poi disse: [b]"Grazie, am non dovrebbe essere compito tuo!"
"Oh lo so...ma l'ho fatto volentieri, e solo per oggi, sa per Nina è un giorno speciale!" [/b]Nikki individuò finalmente la ragazza in questione, che era appena uscita dall'ascensore. Era una giovane carina, che Nikki aveva scelto perchè simile a lei, ma con il tempo si era accorta che la somglianza si fermava al fisico e al vestire, caratterialmente la considerava piuttosto noiosa.
[b]"Cosa intendi dire?"
"Ieri ha ricevuto la proposta di fidanzamento, e immagino che oggi ha incontrato i genitori per avvertirli e ha fatto un pò tardi!"[/b] Detto questo Glenda si allontanò per andare incontro all'amica, come metà dello staff che, abbandonate le proprie attività, si accingeva a complimentarsi con la collega e il fidanzato. Solo allora Nikki si rese conto del ragazzo e si meravigliò di non averlo notato prima, era forse l'attrazione più piacevole nel raggio di chilomentri e Nikki ammise che Nina le somigliava anche in gusti in fatto di uomini.
Nel frattempo Sam entrò nella stanza oscura, attenta a mantenere in equilibrio il vassoio che, forse, aveva riempito un pò troppo. Giunta in fondo alle scale, individuò il figlio, intento ad appendere una fotografia ad un filo, uno dei tanti che costituiva la fitta rete che si dipanava a pochi centimentri sopra la sua testa. Quando Adam si accorse della sua presenza la salutò con un gentile buongiorno.
[b]"Grazie"[/b] Disse quando notò la colazione e l'aiuto a sistemare il vassoio: [b]"Ma non eri già uscita?"
"Ho deciso di trattenermi un pò più a casa per stare un pò con te!"
"Ma non era necessario mamma, sono tornato ormai da diversi giorni"
"Sì, ma sei stato via per quasi tutta l'estate per quello stage a Londra e voglio solo godermi la tua presenza e vedere le tue nuove foto"[/b]
Adam fu felice di accontantarla, quasi ancora non credeva che la madre fosse la sua più grande sostenitrice. Infatti aveva sempre pensato a lei come l'ostacolo più grande per inseguire il suo sogno e invece aveva trovato in lei appoggio e fiducia. Ricordava ancora il giorno che le aveva detto di voler lasciare la facoltà di medicina, per iscriversi ad un accademia d'arte. Si era aspettato di ricevere un rifiuto e invece lei non si era mai opposta, forse perchè le ricordava suo padre, che adorava la fotografia.
[b]"Che ne dici di venire con me alla beauty farm?"
"Mamma, non sono più un bambino, non puoi parcheggiarmi nel tuo ufficio a giocare!"
"Oh va bene....sai, ho letto che oggi avremmo avuto due direttori di gallerie d'arte come clienti....ma se non vuoi!"[/b]
[b]"Vado a vestirmi...tu intanto metti in moto!"[/b] Disse, mentre si slacciava il grembiule.
Sam lo osservò allontanarsi su per le scale, rendendosi conto ancora una volta di come lui fosswe in grado di illuminare le sue giornate con la sua simpatia, la sua serenità, il suo ottimismo e quel sorriso rassicurante sempre stampato sul volto. Non era complicato come sua sorella, ed essere sua madre non era mai stato complicato: sempre così bendisposto a capirla, ad accettare i suoi ordini e le sue regole, senza mai rinunciare all'allegria. Le ricordava Nikki da giovanissima, anche se era una versione più pacata e controllata, lontano dagli eccessi e portato per la semplicità e la tranquillità. Spesso si sorprendeva quale influenza Nikki aveva avuto nei suoi due figli, nonostante non avessero legami di sangue. Eppure tutti e due avevano ricevuto qualcosa dall'amica e la cosa la rendeva felice, sebbene Colleen ne avesse ereditato la parte più selvaggia e incontrollata. Nikki non aveva avuto figli e forse non li avrebbe mai avuti, ed era contenta di condividere i propri con lei.
Capitolo 2"Il profumo è perfetto!" Disse Adam, che si era portato il bastoncino al naso, per odorare meglio la crema che aveva raccolto alla sua estremità.
"E ti garantisco che funziona ancora meglio!" Gli assicurò Nikki, soddisfatta del commento del ragazzo. Così richiuse il contenitore prova del balsamo e lo ripose sul tavolo accanto agli altri elementi della nuova linea: shampoos con diversi effetti specifici, i corrispettivi balsami e qualche schiuma per capelli: "Abbiamo impiegato mesi per realizzare i campioni perfetti!"
"Wow, usi il plurale, fino a non molto tempo fa avresti ignorato l'aiuto ricevuto dal tuo team!"
La donna sorrise: "Forse hai ragione, mi sto ammorbidendo troppo, ma giù in laboratorio se la sono cavata piuttosto bene! Ma dimmi di te, spero che tu non abbia solo studiato a Londra!"
"No, tranquilla...ma non ho trovato comunque il ragazzo adatto a me!" Rispose con disinvoltura. Nikki era l'unica persona, oltre a sua sorella, a cui aveva confessato la sua omesessualità. Nonostante il rapporto speciale con la madre, non aveva mai trovato il coraggio di dirle la verità. Aveva paura di rovinare ciò che c'era tra loro, di deluderla, spezzare il loro legame, ma era anche vero che così facendo non era mai stato completamente sincero con lei. Tuttavia era anche vero che Nikki e Colleen si erano accorte da sole che lui fosse gay e non era riuscito a tenerglielo nascosto.
Purtroppo la loro conversazione fu interrotta da Nina, che entrò nell'ufficio, dopo aver brevemente bussato: "Sono arrivati questi dal laboratorio" Disse, rivolgendosi a Nikki, che prese i documenti e non potè fare a meno di soffermarsi con lo sguardo sull'anello della ragazza. Probabilmente aveva fatto di tutto affinchè lei lo notasse. Ebbe la tentazione di far finta di niente, ma poi si fece violenza e disse: "Congratulazioni, ho saputo la bella notizia...anche perchè ha bloccato per mezz'ora il lavoro di mezza beautyfarm..." La parte finale del tono fu pronunciata con voluta acidità, ma l'altra non si scompose, forse per rispetto, o, molto più probabilmente, perchè non se ne era nemmeno accorta data la fastidiosa contentezza che emanava.
"Volevo chiederle un favore...in privato"
"Oh...sì, vado subito" Si congedò Adam, che stava spulciando qua e là i vari campioni.
Una volra rimaste sole disse: "Vede, Axel...il mio fidanzato...sarebbe perfetto per quel ruolo di responsabile della promozione che state cercando"
Nikki trovò piuttosto sfacciato chiedere un lavoro per il proprio ragazzo, senza nemmeno presentare un curriculum, come se la cosa fosse dovuta. Forse la ragazza aveva pensato che anche lei era stata contagiata dal clima romantico delle sue future nozze e che, come regalo, le avrebbe fatto quel lavoro. Purtroppo non manifestò il suo disappunto in tempo, e Nina iniziò ad elencare i pregi del giovane che, tuttavia, erano poco attinenti con il lavoro. Infatti le spiegò di quanto fosse premuroso, gentile, romantico, fedele...il classico principe perfetto. "Perfetto..." Pensò Nikki: "Vediamo quanto è perfetto" E poi, quelli che si erano presentati per quel posto non avevano colpito nè lei nè Sam, per cui tanto valeva fare un tentativo.
Samantha rientrò nel proprio ufficio, dopo il suo solito giro giornaliero, che era solita tenere due volte al giorno per assicurarsi che tutta la clientela fosse soddisfatta e che tutte le attività si tenessero puntualmente. Ma questo era solo uno dei suoi appuntamento quotidiani che, giorno dopo giorno, si ripetevano con regolarità, secondo un programma preciso che raramente subiva modifiche dell'ultimo minuto.
Tutto nella sua vita doveva procedere in modo razionale e logico, in modo tale che lei potesse essere il più possibile padrona della propria vita e che nessuna sorpresa potersse metterla in difficoltà: la seconda parte della mattinata era dedicata alla visite mediche, mentre nel primo pomeriggio si concedeva lei stessa dei piccoli lussi come massaggi, fanghi, o parrucchiere, poi, nuovamente, rivestiva i panni di dermatologa nel laboratorio per occuparsi della produzione del loro prodotti terapeutici.
Sicuramente non aveva previsto il rientro in città della figlia prima di quella sera, e invece la ragazza varcò la soglia dell'ufficio pochi istanti dopo: "Ciao mamma, del caffè?" La salutò Colleen.
Sam la abbracciò felice per quell'inattesa ma piacevole improvvisata e accettò volentieri il bicchierone di cartone, contenente la calda bevanda.
Pochi minuti dopo erano sedute sul divanetto a scambiarsi informazioni sulle ultime settimane, durante le quali Colleen era stata impegnata in un tour promozionale per una collezione di bikini. Si erano sentite al telefono, ma i ritmi lavorativi di entrambe non avevano mai permesso lunghe conversazioni.
E anche quella volta erano destinate ad essere interrotte, infatti il primo paziente della giornata arrivò un pò in anticipo e Sam fu costretta a rimandare la chicchierata con la figlia.
"Semmai continuiamo a cena!" Propose la donna.
"Accidenti...ho un compleanno di un'amica....facciamo domattina a colazione ok?" Abbracciò la madre e si avvicinò alla porta, ma, prima di uscire domandò: "Posso approfittare visto che ci sono?"
"Certo!" Acconsentì Sam che ormai aveva imparato che si riferiva al parrucchiere, ai massaggi ecc...tutto per apparire il massimo alla festa.
"Mhh...che bella abbronzatura"
"Molto divertente Adam!" Disse Colleen che, sebbene fosse ad occhiu chiusi, aveva riconosciuto facilmente la voce del fratello. Aprì gli occhi e, dopo essersi riabituata alle luci che circondavano lo specchio, salutò con un gran sorriso Adam.
"Ci puoi lasciare qualche minuto?" Chiese all'estetista che le stava facendo la manicure, che subito acconsentì alla richiesta.
Adam si sedetta al suo posto, accanto alla poltroncina dove era sistemata la sorella, con le mani alzate e la crema da viso ancora fresca sul volto.
"Allora, qual'è la cosa che mi dovevi dire e che non potevi affrontare per telefono?"
"Ho la certezza a quei sospetti" Disse il ragazzo, decidendo di andare dritto al sodo: "Credo che Cyrus tradisca la mamma!"
"Andiamo Adam, ne abbiamo parlato già tante volte...è un uomo impegnato, che sicuramente trascura sua moglie, ma non abbiamo mai trovato prove su dei tradimenti..."
"Eppure certe cose non mi tornano...e non riesco a soffocare questi sospetti e questo presentimento...a me va bene come patrigno, anche perchè oramai sono sei anni che è sposato con la mamma, e l'ho trovato sempre a posto e simpatico, ma da sei mesi a questa parte è cambiato...strane telefonata, atteggiamenti...appuntamenti di lavoro improvvisi..."
"Per me sei troppo malfidente! Anche la mamma è sepolta dal lavoro, ma non per questo ha un amante! Però va bene..." Si arrese alla fine: "Terremo gli occhi aperti e se scopriremo qualcosa...decideremo sul da farsi" Assicurò al ragazzo.
Capitolo 3"Perfetto, hanno anticipato l'incontro!" Esclamò Sam, rientrando nel suo ufficio. Adam alzò la testa, seduto alla scrivani della madre, intento a trafficare con il portatile della donna.
"L'incontro per la linea di prodotti?" Domandò il ragazzo, continuando però a fissare lo schermo del pc, che attirava tutta la sua attenzione.
"Quel bastardo di Jeff Rodney ha annullato la cena, ripartirà per Chicago stasera, a meno che non lo incontri prima!"
"Mhh...mi fai uno strano effetto così volgare sai?...ma in fondo che problema c'è?"
"Niente...a parte che dovrò rimandare tutti i miei appuntamenti di oggi!" Si lamentò la donna, che aveva iniziato a mettere in un borsone tutti i campioni dei prodotti della nuova linea. Rodney era proprietario di una gorssa catena di negozi, e lei e Nikki speravano di far distribuire la loro linea da lui, ma le loro speranze di buttarsi nel mercato cosmetico su larga scala si stava infrangendo.
"Io farei più in fretta!" Commentò Adam
"Perchè che ore sono?" Domandò la madre agitata
"L'ora in cui qualcuno potrebbe copiare la vostra idea...."
"Cosa vuoi dire?" Gli chiese confusa: "Basta con la suspance, spiegami!"
"Ok!" La invitò ad osservare il pc: "Vedi, il virus che mi hai detto di controllare, non è solo un virus, è la copertura di un Hucker...qualcuno è entrato nel tuo computer e ho paura che abbia copiato i files con tutta la documentazione sulla linea!"
"Che cosa?!" Gridò la madre, che si avvicinò al portatile, come se si aspettasse di veder scritto quello che il figlio le aveva appena detto.
"Ma è solo una congettura....tranquilla, però fa tanto spy story!" Scherzò, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso l'uscita.
"Ma dove vai? Il virus, lo spionaggio?" Lo richiamò lei.
"Mamma, avevanti, non sei Bill Gates....nessuno è entrato nel sistema per rubare i tuoi progetti!" Rispose divertito, mentre usciva.
In quel momento però comparve l'avviso di un messaggio sullo schermo e, incuriosita, lo aprì, sperando si trattasse di Cyrus. Ma, nello sbigottimento più assoluto, lesse un messaggio tutt'altro che di tipo coniugale:
"Ho le formule, le venderò al miglior offerente. Incontriamoci e potrai impedire il tuo fallimento!"
Al testo seguiva un indirizzo. Evidentemente qualcuno aveva davvero copiato i loro dati segreti. Sam era spaventata, ma più passavano i minuti, più la rabbia per essere stata raggirata e per la prospettiva del fallimento, prese il sopravvento e così, segnandosi l'indirizzo su un foglio, si alzò, decisa a risolvere quella questione. Non avrebbe chiamatao la polizia per ora, era convinta che un assegno sarebbe bastato. Forse poteva apprire una donna calma e perfetta per il focolare, ma sapeva anche essere aggressiva. Inoltre era convinta che si sarebbe trovata di fronte un ragazzino esperto di informatica, a cui la paghetta non bastava. Ma ora non aveva tempo, forse si trattava di uno scherzo, se così non fosse stato, si sarebbero rifatti vivi.
Forse era da incoscienti ignorare la questione, senza indagare o chiamare la polizia, ma doveva andare a quell'incontro, altrimenti tutto sarebbe stato comunque inutile.
Nikki nel frattempo arrivò al "Lunch on sea", un ristorantino a poca distanza dalla spiaggia, il cameriere le indicò il tavolo, fra quelli sistemati all'esterno, sulla veranda che dava sulla strada. La donna si avvicinò, salutando Axel che, accogliendola a sua volta, si alzò, attendendo che lei si accomodasse. Dopo una breve conversazione di presentazione e convenevoli e, una volta che furono arrivate le loro ordinazioni, Nikki si decise ad affrontare il motivo per cui erano lì: il colloquio di lavoro. Axel le spiegò dei suoi studi e del suo breve curriculum, ma la donna fu soprattutto attratta dalle labbra carnose del giovane più che dalle parole che ne uscivano. Tuttavia per quel poco che aveva sentito, doveva ammettere che per essere agli inizi se l'era già cavata in un paio di lavori di tutto rispetto.
"Sarò sincera con te Axel, mi sembri un tipo esperto e che sa il fatto suo, tuttavia io e la mia socia non abbiamo l'emergenza di un addetto alla promozione. La Spa è ben avviata e siamo già conosicute nell'ambiente in città, quello che ci preme è invece la nostra nuova linea. Fino ad ora abbiamo usato i nostri prodotti sono nel nostro beauty center o al limite li abbiamo venduti ad altri centri, ma stavolta si tratterebbe di entrare nel mercato su ampia scala. Proprio perchè il momento è così delicato, vorremmo occuparcene noi direttamente...."
"Ah capisco...." Disse lui. Nikki osservò che sembrava essersi arreso molto facilmente, al contrario delle sue aspettative. In quel breve incontro gli era sembrato piuttosto determinato e deciso, grazie ad una parlantina abboandante, ma curata ed intelligente, nonchè alla consapevolezza del proprio fascino, che usava per alimentare la propria eloquenza e il proprio carisma.
"Sono sicura che la prossima società a cui ti presenterai ti assumerà! magari fra qualche tempo potremo riparlarne..." Decisa a cambiare discorso, come se avesse paura che, se lui fosse tornato all'attacco, non sarebbe stata capace di dirgli di no.
"Presto ti sposerai dunque, Nina è una ragazza stupenda!" Esclamò, fermando con prepotenza malcelata il cameriere, togliendogli di mano la bottiglia di vino destinata ad un altro tavolo. Aveva bisogno di alcol per controllarsi, era come se nello sguardo di Axel si vedesse con lui in un selvaggio amplesso. Era partita con quell'intenzione, ma poi aveva deciso che sarebbe stato troppo facile infrangere i sogni di una futura sposa, sicuramente benedetta dalla fortuna per avere la possibilità di cavalcare un puledro come quello.
Più tardi, quella sera, mentre la notte scendeva rapida su Los Angeles, Sam accese l'ultima candela sulla tavola apparecchiata per due, e avviò il cd sullo stereo. Era la quarta volta che riascoltava quella canzone, ma in fondo ogni momento poteva essere quello buono.
Quando udì dei passi, senti la speranza tornare nel suo cuore, ma l'entrata di Adam nella sala la lasciò un pò delusa.
"Speravi non fossi io vero?" Le domandò il ragazzo, indovinando.
"Forse il volo è in ritardo...." Commentò la donna.
"O forse non verrà..." Adam si fermò, pentendosi di aver lasciato trapelare quel tono contrariato. Non aveva mai fatto pesare alla madre il suo nuovo matrimonio, e non avrebbe iniziato allora, ma era anche vero che fino a quel momento non aveva mai dubitato della fedeltà del patrigno verso la madre e verso la loro famiglia. Anzi, per lui era stato molte volte un punto di riferimento, certo, restava un uomo d'affari, un chirurgo impegnato e ambizioso, ma niente di così eccessivo o così fuori della media: "Scusa....vedrai che fra poco arriverà!" Si corresse.
"Già...." In quel momento il cellulrare di Sam vibrò e, come sperava, era un messaggio di Cyrus che però l'avvertiva che sarebbe rientrato l'indomani mattina: "Avevi ragione tu..." Spense una candela. Il ragazzo inutì che non sarebbe rientrato in città quella notte e sperava davvero per l'uomo che non si trovasse con la propria amante in quel momento, altrimenti gliela avrebbe fatta pagare.
"Magari può diventare una cena madre e figlio" Propose Sam, costringendosi a sorridere.
"Mi dispiace...ho un appuntamento con degli amici del college...però posso rimandare"
"No, assolutamente, vai...passi già abbastanza tempo con me, esci e fai baldoria"
"Io amo passare del tempo con te e posso restare"
"No, vai!" Disse lei accompagnandolo all'ingresso: "Avremo altro tempo!" In realtà voleva rimanere da sola, e apprezzò la sua solitudine quando la porta si richiuse dietro il ragazzo.
Non doveva lamentarsi, lei stessa aveva molte volte messo prima il lavoro al marito, per cui quella sera sarebbe toccato a lei, solo che era da tanto che voleva trovare quella passione che da mesi avvertiva sepolta e sopita per motivi che non riusceva a comprendere. Forseera una di quelle mogli noiose, abitudinarie? le sembrava di no....era precisa certo, ma piena di attività, interessi ed entusiasmo...ma allora perchè lo sentiva allontanrsi?
A rendere ancora più tetro il suo umore, c'era l'appunatemtno fallito con Rodney, anche se l'incontro non c'era stato, dato che l'uomo le aveva dato buca, anticipando ancora la sua partenza e di fatto dimostrando di non essere interessato alla proposta sua e di Nikki. "Vecchio idiota!" Mormorò
In quel momento arrivò un nuovo messaggio, forse era lui che si scusava ancora....invece era un numero sconosciuto. Fu sorpresa quando lesse lo stesso messaggio contenuto nella mail di quel pomeriggio. Basta! Era ora di piantarla, scherzo o minaccia, non era disposta a farlo diventare un nuovo problema, forse non poteva risolvere le altre questioni importanti, ma avrebbe stroncato quella faccenda all'inizio. Non sarebbe stato un pirata del computer ad intimorirla.
Il Cahotic era uno dei posti preferiti da Nikki: un locale in pieno centro, costoso e alla moda. Subito dopo l'ingresso, si veniva fatti scendere lungo una scala a chiocciola che conduceva in un ampio salone, illuminato da luci al neon e animato da musica forte. Disseminati attorno alla pista da ballo, c'erano numerosi divani e tavoli. Forse non era uno dei ristoranti di classe che frequentava di solito, ma era affollato e pieno di vita. Come al suo solito si sedette al bancone, sul solito posto e chiendendo il solito drink. Da lì aveva la propsettiva di tutto il locale, amava osservare la gente, intuire le loro storie e seguire la loro serata. Inoltre riceveva sempre qualche corteggiamento e alla fine trovava sempre qualcuno con cui divertirsi.
"Lo stesso anche per me!" Disse una voce che la donna riconobbe come quella di Axel. Si voltò e forse non era riuscita a nascondere la sorpresa, visto che lui le chiese: "Esco anche io la sera!"
"Oh sì scusa, è solo che non ti avevo visto arrivare....festeggi un lavoro?"
"In realtà sono ancora fermo al tuo rifiuto!"
"Ah scusa..." Disse un pò imbarazzata, decidendo che non si sarebbe più scusata, era così patetico averlo fatto già due volte. Doveva riprendere il controllo, come faceva sempre.
"Dov'è Nina?"
"In realtà sono con un paio di amici stasera!"
La donna sorseggiò il suo cocktail e si accorse che lui la stava fissando. Così non andava, di solito era lei che fissava, che metteva a disagio, che cacciava le proprie prede.
"Forse so come convincerti a darmi quel lavoro!"
"Sicuro? Sentiamo!" Disse lei, curiosa e divertita da quella testardaggine.
Le si avvicinò, così da parlarle vicino all'orecchio: "Una scopata"
La donna sorrise sinceramente divertita. Riflettè su quelle parole e alla fine, dopo aver svuotato il bicchiere rispose: "Credo che ci vorrà più di una scopata per farmi cambiare idea....ma abbiamo tutta la notte per lavorarci" Prese la propria pushette dal bancone e, alzandosi, si avviò verso l'uscita. Axel non era un dipendente e Nina meritava una punizione per non essere stata in grado a tenersi il fidanzato a casa. Osservò che stava maturando, ci aveva messo un intero pomeriggio per decidere di portarselo a letto.
Capitolo 4Sam bussò un paio di volte sulla porta scolorita, notando con disappunto in quale posto l'avesse condotta quell'indirizzo. Più si guardava attorno nel corridoio vuoto, buio e dall'aria decaduta, più le sue convinzioni sul ricattatore crollavano. Stava per bussare di nuovo quando la porta si socchiuse. Realizzò di essere stata una sciocca ad andare lì da sola, senza nessuno e senza aver parlato con la polizia. Prudente, ma decisa, entrò nell'appartamento, che non era molto meglio del resto dell'edificio. Si stava chiedendo dove fosse il proprietario quando la porta dietro di lei sbatté violentemente e, mentre si girava, qualcosa la colpì alla testa, facendole perdere i sensi.
Quando si riprese si accorse di essere seduta su una sedia, alla quale era legata da un laccio che le teneva bloccate le braccia allo schienale. Dopo qualche istante, la vista si fece meno confusa, mentre il dolore del livido alla testa più acuto. Sobbalzò quando mise a fuoco una sagoma davanti a lei.
Era una donna, anzi, una ragazza poco più grande di sua figlia, con una metà del volto sciupata dalle tracce di una forte ustione. Forse in passato era bella, ma ora, oltre a quei segni profondi, aveva il volto infossato, i capelli in disordine, tenuti insieme da un fazzoletto legato a bandana. Ma era lo sguardo a colpirla: un misto di paura, dolore, minaccia e odio. Forse l'altra stava facendo solo finta di essere pericolosa: "Cosa vuoi!" Urlò Sam.
La sconosciuta sembrò colta alla sprovvista da quella reazione improvvisa, sicuramente s'era aspettata un risveglio più mansueto.
"Silenzio!" Disse ad un tratto, ricordandosi di essere padrona della situazione.
Sam iniziava ad avere paura, mentre realizzava di non poter muovere neppure le gambe, legate anch'esse. Faticò molto a raggiungere un tono calmo e ragionevole: "Perchè mi hai colpita? Sei tu ad avermi chiamata?"
"Sì, ma non ho detto che avremmo preso un caffè insieme...."
Solo allora Sam notò un computer, dall'altra parte del salotto.
"Vedo che hai notato il mio mezzo di comunicazione....sono stata io ad entrare nel tuo computer...dovresti difendere più attentamente le tue informazioni!" Avvicinandosi ad una mensola, prese un cd e Sam vide, con la coda dell'occhio, il coltello che la ragazza teneva nell'altra mando, dietro la schiena.
"Qui ci sono tutte le formule per la lavorazione dei tuoi nuovi prodotti....sono sicura che riuscirei a guadagnarci un sacco di soldi presentandole a qualche società....ma forse riesco a guadagnare qualcosa anche dandoti una possibilità...."
Il braccio della ragazza iniziò a tremare e Sam non sapeva se per la paura, l'agitazione o perchè stesse per uscire di testa...e allora avrebbe dovuto davvero temere. Doveva riuscire a farla ragionare, a trovare la strada giusta per comunicare.
"Come ti chiami?" era la domanda più sciocca da fare in quel momento, ma anche la più semplice. L'altra la guardò stupita, così aggiunse: "Devo sapere con chi ho a che fare no?"
"Prima dimmi che accetterai le mia condizioni..."
"Va bene, anche se non so nemmeno quali siano..." Anche se immaginava fossero a diversi zeri. Tornò a chiedersi perchè non era rimasta a casa e il pensiero andò inevitabilmente ad Adam e Colleen, nonché a Cyrus....quanto avrebbe voluto il marito con sè.
"Voglio che mi cancelli queste...tuo marito può farlo" Le spiegò indicando le tracce delle ustioni.
Sam non riusciva a credere che la ragazza si fosse impegnata così tanto solo per elemosinare un intervento.
"E diecimila dollari" Si affrettò ad aggiungere, come se in realtà servissero solo a fare scena. Qualcosa le sfuggiva, anche se Sam non riusciva ancora a capire che cosa...
Ma qualcosa nello sguardo della sua ricattatrice la colpì misteriosamente, rivide nuovamente un profondo dolore, la paura...ma anche dell'altro, qualcosa che le rendeva simili...una rabbia profonda contro il destino, la vita, un sentimento che spaventosamente Samantha si accorse di conoscere.
"Va bene, farò in modo di farti curare....gratuitamente, e avrai i tuoi soldi, ma spero di potermi fidare di te,..."
"Dana Daven" Si affrettò a dire finalmente, come se così volesse dimostrare di fidarsi. Sam aveva bisogno di prendere il controllo della situazione, ma per farlo doveva essere slegata, così sospirò di sollievo quando Dana le si avvicinò per slegarla. Stava lentamente sfacendo i nodi che bloccavano le braccia quando disse: "Scusa...ma dovevo farlo, sai...per obbligarti ad ascoltarmi e ti ringrazio per non avermi guardata male..."
Ora sembrava molto malinconica, e Sam immaginò che cosa dovesse provare con quel volto: "Vedo di peggio, ma vedrai che presto sarai come nuova....ma non c'era bisogno di legarmi...ma dimmi, è davvero questo il..." Ma non riuscì ad indagare oltre, dato che la porta si spalancò sotto il colpo di un poderoso calcio. Un uomo fece irruzione dell'appartamento, minaccioso.
"######!! Stavolta Lujak ha proprio perso la pazienza!"
Sam impotente e spaventata fu costretta ad osservare Dana che si lanciava sullo sconosciuto. I due si spinsero, tentando di avere la meglio e il coltello della ragazza cadde a terra, vicino i piedi di Sam, che nel frattempo aveva iniziato i suoi tentativi di sciogliere l'ultimo nodo. Mentre gli altri continuavano la rissa, Sam si liberò le mani e si apprestò a fare lo stesso con i piedi.
La superiorità fisica dell'uomo gli permise finalmente di liberarsi di Dana che grazie all'agilità era riuscita a tenergli testa, ma quando ricevette un colpo allo stomaco, fu costretta a piegarsi a terra.
Sam afferrò il coltello e decise di intervenire, fra i due preferiva cadere nelle mani di Dana, era sicura che l'altro non avrebbe risparmiato neppure lei. Così si lanciò, carica della forza della disperazione e lo spinse vigorosamente. L'altro perse l'equilibrio, un pò per la sorpresa, un pò perchè Dana accovacciata, costituì un ostacolo per i suoi movimenti. Quando fu a terra, Sam agì senza pensare, d'istinto e mossa solo dal desiderio di fuggire di lì, da quella situazione da incubo...tenendo ben saldo il coltello lo abbassò, affondandolo sul dorso della mano dell'aggressore e, per qualche millimetro, anche sulla moquette sbiadita.
Sconvolta dalla propria violenza, rimase lì ferma, ad osservarlo mentre urlava di dolore. Fu Dana a scuoterla, prendendola per mano e incitandola a fuggire. Le due donne uscirono dall'appartamento. Il corridoio era deserto e non incontrarono nessuno. Sam immaginò che scene come quella non dovevano risultare estranee ai condomini che dovevano essere abituati a starsene ognuno nella propria misera esistenza. Il mondo dorato e superficiale nel quale viveva le sembrava tutto ad un tratto un tranquillo rifugio. Mentre seguì Dana giù per le scale, si osservò la mano…quasi le sembrava di sentire ancora il rumore della lama che affondava sulla mano di quello sconosciuto.
“Aspetta….un secondo solo” Disse Axel, tutto di un tratto, la voce rotta da profondi respiri affaticati. Mentre si spostava a lato di Nikki, sul suo volto si disegnò un’espressione contratta e concentrata, come se stesse affrontando uno sforzo difficile. Presto però si sciolse in un sorriso più tranquillo e del tutto soddisfatto: “Devo dire…” Alle parole seguì un profondo soffio: “….che sei impegnativa…” Le disse, sorridendole. Nikki decise di godersi quella pausa, concedendo al ragazzo di riprendere il controllo del suo corpo e di vincere la tentazione di arrivare subito al punto. Si stavano divertendo, e non era il caso di finire così presto. Si trovavano sull’ampio e basso letto di Axel, posizionato in mezzo al soppalco che dominava il resto dell’appartamento. Grandi vetrate permettevano alle luci cittadine di illuminare il loft, immerso nell’oscurità e nel silenzio. Era un appartamento carino e ben arredato, e la donna indovinò che, sebbene lui stesse cercando un lavoro, non aveva problemi finanziari. Mano a mano che i secondi passavano, Nikki recuperava coscienza di ciò che la circondava e che aveva ignorato, impegnata a concentrarsi sul suo corpo e su quello del giovane. Avvertì le lenzuola scure che, umide, le abbracciavano la vita, lasciandole però scoperti gran parte delle gambe e il busto. Quando Axel si mosse, Nikki comprese che aveva deciso di riprendere il loro amplesso e dovette ammettere che si stava rivelando il miglior sesso degli ultimi anni. Fin dal primo incontro aveva capito che il ragazzo fosse un ottimo gioco da letto, ma aveva addirittura superato le aspettative. Si godette le labbra morbide che le mordicchiarono l’orecchio e che, scendendo gradualmente, le sfiorarono la guancia, il mento, scendendo lungo al collo e giù fino all’incavo del seno, dove si arrestarono. “Davvero perfette…” Sussurrò Axel, mentre con le dita abili sottolineava le forme perfette del suo seno, accarezzandone i contorni e mordicchiando i capezzoli. Nikki non riuscì a fare a meno di gemere, come se il suo corpo non potesse fare a meno di rispondere a quei gesti che apprezzava così tanto.
Non appena la bocca di Axel superò il punto vita, Nikki fu come travolta da un onda di piacere, che la costrinse a contrarre la schiena, come se temesse, altrimenti, di essere trascinata via. Lasciò che la sua mano si appoggiasse sulla nuca di Axel, in realtà più per il desiderio di accarezzargli i capelli, che per guidarne le mosse. Infatti il ragazzo dimostrava di sapersi muovere nella sua zona intima, sollecitando i punti giusti e nei modi giusti. Dopo lunghi istanti, che le parvero comunque troppo brevi, Axel tornò a concentrasi sul volto della donna, ma ora toccava a Nikki passare al contrattacco. Con una spinta debole, ma decisa, lo costrinse a girarsi, guadagnando lei il possesso dei piani alti. Avvertì il sesso del ragazzo sotto di lei, che cercava tranquillamente la via d’ingresso. Nel frattempo gli baciò con trasporto il torace, alternando, a piccoli e rapidi tocchi, colpi di lingua più intensi e lunghi. Quando giunse al volto si concentrò per qualche istante sul mento, divertendosi a stuzzicare se stessa con la corta barba di lui che le accarezzava la schiena accaldata. Presto le loro bocche furono unite in profondi baci, come se volessero ribellarsi al fatto di essere separate.
Presto però, il silenzio, rotto solo dai loro sussurri e dai loro respiri, fu cacciato dallo squillo di un cellulare. In realtà entrambi se ne accorsero solo alla terza emissione di suono.
“è il mio….” Si lamentò Nikki. Controvoglia si allontanò, allungando il braccio a terra per afferrare la borsa. Vista l’ora poteva trattarsi solo di un’emergenza e doveva rispondere: “Sam?” Rispose, dopo aver sentito la voce dell’amica, esprimendo la sorpresa e la preoccupazione circa il motivo che spiegasse quella telefonata. Nikki riattaccò quasi subito, si erano scambiate solo qualche parola. Axel, desideroso di riprendere da dove erano stati interrotti, stuzzicò la spalla della donna con piccoli baci.
“Devo andare….” Fu però la reazione di lei.
“E dove?” Protestò il ragazzo, mentre la osservava uscire da letto, completamente nuda, per raccogliere i propri vestiti: “Credevo ci stessimo divertendo” Aggiunse, non volendo rinunciare a ciò che vedeva e che Nikki si affrettò a coprire, mano a mano che recuperava i vari pezzi disseminati qua e là.
“Sì, ma a quanto pare per ora il divertimento finisce qui, non posso restare!” Gli spiegò, non vedendo l’ora di andarsene, come se ciò l’avrebbe aiutata a non rimpiangere le ore che li frapponevano all’alba e che avrebbero potuto preservare loro piacevoli passatempi. Axel la osservò scendere le scale del soppalco e, quando sentì la porta chiudersi dietro di lei, tornò a stendersi, ancora incredulo che fossero stati interrotti
Capitolo 5"Tu devi essere impazzita!" Esplose Nikki, non appena Sam ebbe chiuso la porta dietro di loro. Tuttavia fu più un'esclamazione soffocata, non volendo farsi sentire da Dana. Nikki gettò un'ultima occhiata verso la finestra che dava sulla stanza, le tapparelle erano quasi del tutto chiuse, perciò più che altro intravedeva frammenti della figura della ragazza, che era intenta a cambiarsi. A Nikki non andava che la ragazza le sentisse litigare per causa sua.
Sam poggiò la bassa pila di asciugamani puliti su un tavolino: ne aveva portati diversi, così da dare la possibilità a Dana di scegliere, cosa che che aveva fatto saltare ancora di più i nervi a Nikki.
"Forse hai ragione...ma cosa dovevo fare?"
"Mhh...vediamo" Ribattè l'altra, fingendo un'intensa riflessione: "Magari non presentarti da lei da sola, parlarmi di questo pseudo ricatto, non farti colpire di sorpresa e...ah sì, non inchiodare un uomo al pavimento!" Nikki sentiva l'isteria salirle in gola. Non amava fare la parte della responsabile, ma quella situazione la spaventava, c'erano molti punti bui e tutto sembrava così irreale. "Credimi, tu hai bisogno di una scopata!...Dico sul serio, i segnali ci sono tutti: desiderio dell'avventura, attrazione verso l'ignoto, l'uso delle armi....ma potevi scegliere una festa di scambisti armati di frustino e catene, invece di fare comunella con una sconosciuta!"
Sam rimase in silenzio, e Nikki si pentì di non averle ancora mostrato un pò di sostegno, ma non ci riusciva, per lei sbagliavano ad ospitare Dana. Si avvicinò con dolcezza e le sfiorò la spalla: "Scusa, so che hai paura quanto me, ma...dovremmo andare dalla polizia, Dana...se così si chiama....sembra frequentare brutte compagnie...e potrebbero dare la caccia anche a noi....spece dopo che hai sfondato la mano ad uno di loro...a proposito, non ti facevo così principessa guerriera! Vedi, ho fatto bene a trascinarti a quel corso di autodifesa!"
Sam abbozzò un sorriso, intuendo il tentativo dell'altra, poi si decise a parlare: "Scusa, se ho creato questo problema...ma, ero sola a casa, e...non mi sopportavo...non mi potevo sopportare capisci? Ero lì, ferita, delusa...solo perchè mio marito tornerà con un giorno di ritardo....è ridicolo prendersela per questo! E così ho voluto dimostrare a me stessa di essere ancora quella donna forte e sicura!"
"Oh ma tu lo sei...credimi, ma è normale che ti senta ferita....obbiettivamente sei stata molto trascurata negli ultimi mesi...solo che...la prossima volta chiama tuo marito, schiaffeggialo, fai lo sciopero del sesso....qualsiasi cosa piuttosto che trascinarci tutti in una guerra tra mafiosi!"
"Credi che si tratti di questo?"
"E cos'altro? Però al momento non lo so, ho tante ipotesi su Dana....forse faremo meglio a parlarne domattina! E comunque credo che ci vorrà un pò prima che possano scoprire che sia qua e inoltre questo posto è sorvegliato...temo più per te che sei libera di andare in giro!"
"Allora può rimanere?" Le domandò.
"Ma cosa ha quella che ti impietosisce tanto?" Chiese l'altra, davvero incapace di capire. Riflettè qualche istante, poi cedette: "E va bene....ma la questione è solo rimandata, dobbiamo pensare bene a cosa fare, se aiutarla, se parlarne con qualcuno....o gettarla fuori a calci, e credimi, continuo ad essere dell'idea che sarebbe la soluzione migliore!"
Adam poggiò il boccale di birra sul bancone del bar, chiendendo un drink alla frutta stavolta. Quando squillò il cellulrare si stupì dato che, di solito, in quel pub sotterrato, non c'era mai campo.
"Sorellina!" Rispose, avendo visto il nome e la foto della ragazza sul display.
"Non dirmi che sei già in pigiama!" Lo rimproverò lei, urlando, probabilmente per corprire la musica del party, che in effetti Adam riusciva quasi a sentir meglio della sua interlocutrice.
"Mi dispiace Colleen, sono ancora al pub, anche se tra poco torno a casa!"
"Pub....il Red Pub?" Chise quasi scandalizzata: "Ancora frequenti quella bettola da vichinghi? Ah già...immagino che sei con il gruppo degli scacchi!"
"Solo perchè portano le camicie a quadri e gli occhiali spessi, non significa giochino a scacchi...sai che al liceo frequentavano con me le attività artistiche! E poi sono simpatici!"
"Sì...ma andiamo, vuoi metterlo con feste come questa....dai vieni, ci divertiremo!"
"Un'altra volta Col!" Disse lui paziente. Sapeva che lei lo faceva con dolcezza e perchè realmente si divertivano insieme, ma ancora non era pronto, dopo quello che era successo in primavera, quando la sua vita sfrenata a Los Angeles era finita.
"Va bene...." Aveva capito che era inutile insistere..." Ma non puoi fuggire per sempre....abbiamo passato l'adoslescenza a capirlo....ed ora non puoi tornare indietro...non per una cosa stupida come questa!" Sapeva che per lui non era stupida, ma aveva usato quell'aggettivo per fargli capire che lui poteva essere più forte. Lei aveva visto la sua battaglia per accettare se stesso, e lo aveva aiutato a farlo. E insieme erano diventati fra i ragazzi più popolari del liceo e avevano continuato ad essere parte integrante della vita mondana della città anche dopo il diploma. Uno scherzo di cattivo gusto non poteva rovinare tutto.
Quando riattaccò, Colleen notò le risatine di due ragazze, sedute sul divano lì vicino. Oramai conosceva quegli sguardi e sapeva che avevano capito che stava parlando con Adam. Cercò di far finta di niente, ma era più forte di lei, diventava una iena quando le toccavano il fratello. Così tornò indietro e nonostante quelle, con sufficenza, facessero finta di niente, afferrò il cellulare che conservavano con tanta cura. Non badò alla foto, già con la coda dell'occhio aveva capito cosa ritraeva. Così, tenendo lo sguardo incollato sulle due, fece scivolare il cellulare dentro al suo bicchiere da cocktail.
"Ehi!" Protestarono alzandosi, e subito molta gente accorse attorno a loro, era arrivato il momento della classica rissa da festa. Colleen era pronta, il suo gruppetto di amici le era già accanto.
Adam si lasciò scivolare sul proprio letto, osservando per qualche minuto il soffitto. Non riuscendo a dormire, accese la lampada del comodino, e raccolse da terra il vecchio giornale. "An eye on the world", il numero del settembre di sette anni prima, il penultimo a cui aveva partecipato suo padre. Lasciò che la propria mente si perdesse nei paesaggi catturati nelle foto. Ricordava ancora quando il padre era tornato da quel viaggio in Iraq, dopo settimane che era mancato da casa. Ricordava la felicità che aveva provato nel passare del tempo con lui nella camera oscura, a sviluppare quelle immagini di luoghi, persone, città così lontane. All'epoca credeva che un giorno avrebbe girato il mondo con lui...insieme alle loro macchine fotografiche....invece non sarebbe mai accaduto.
"Posso considerarla un'assunzione?" Le chiese Axel, con un sussurro in cui ancora era facilmente percepibile il piacere appena provato.
"Forse..." Gli rispose evasiva Nikki, mentre si spostava di lato, costringendolo gentilmente ad allontanarsi. Tuttavia non si alzò, preferendo rimanere ancora lì, stesa sul divanetto del suo ufficio. Lo aveva invitato lì per riprendere da dove erano stati interrotti la sera prima, e non era rimasta delusa. Fortunatamente aveva così potuto approfittare di una parentesi piacevole, che la distraesse dalla questione Dana. Venne richiamata dai suoi pensieri dalle labbra del giovane che delicatamente le stuzzicavano il seno: "Credo che però sia troppo presto per parlare di trattamenti speciali o extra!" Lo ammonì scherzosamente, lasciando intendere che era ora di tornare al lavoro. Seppur contro voglia Axel si alzò, tirandosi su boxer e jeans e infilandovi la camicia dentro, così da riacquistare un pò di ordine. Nikki si riallacciò il reggiseno: "Hai visto la..."
Ma Axel già le porgeva la camicetta: "Grazie..." Gli concesse, nonostante non volesse lasciar intendere che non le sarebbe dispiaciuto prolungare quel colloquio mattutino: "E grazie per non aver fatto domande per la scorsa notte..."
Axel smise di allacciarsi la fibbia della cintura, un pò perplesso, poi rispose: "Era un'emergenza no? Sono un tipo comprensivo sai?"
"Strano....voi uomini di Los Angeles ultimamente siete così permalosi....siete più egocentrici di noi donne...altri al posto tuo non mi avrebbero neppure risposto al telefono..."
"Dovresti allargare di più i tuoi orizzonti sai? Sicura di averne frequentati molti?" Domandò in tono di sfida.
L'altra, divertita, si voltò, lasciando perdere lo specchio sul quale si stava controllando i capelli: "Meglio che non parli....ti farei impallidire e non vorrei andassi a piangere dalla mammina...."
"Non credo succederebbe...." Le si avvicinò, e Nikki avvertì di nuovo quella strana sensazione, le parve quasi di sentire la miccia che prendeva fuoco. Decisa ad interrompere quell'atmosfera, afferrò dalla scrivania un fascicolo: "Il colloquio è oggi pomeriggio....presenterai ai me e alla mia socia il tuo piano di presentazione!"
"Piano di presentazione?" Chiese lui, cascando dalle nuvole e afferrando il fascicolo meravigliato.
"Bè...sì, una tua idea su come lanciare la nostra nuova linea...non te lo avevo detto?" Domandò, fingendo una dimenticanza. le piaceva metterlo in difficoltà e fargli perdere quelò sorrisetto beffardo e sicuro, e così irresistibile.
"Ah va bene....è una tecnica....sei venuta a letto con me, ma non volevi complicazioni sul lavoro e così hai aspettato solo ora per parlarmi di questa cosa....mi dispiace, ma sarò puntuale e vi lascerò a bocca aperta!"
"Non mi imbarazzo per così poco sai?"
"Meglio così allora, perchè non potrai fare a meno di assumermi!" Le assicurò.
Capitolo 6Solitamente Adam non faceva più molta attenzione alla clientela della beauty farm, attraversando gli eleganti corriodoi senza soffermarsi sui volti delle persone che incrociava, dirigendosi direttamente agli uffici della madre o di Nikki, tuttavia non riuscì a fare a meno, quella volta, di fermarsi ad osservare una scena assolutamente nuova per quel posto.
Infatti, normalmente, i pazienti con gravi problemi cutanei, risiedevano nella clinica accanto, eppure in mezzo al salone individuò subito una giovane ragazza, o almeno gli sembrava tale, di fronte all'angolo caffè. Adam ne individuò subito i segni sul volto, dato che i capelli erano raccolti dietro la testa da una fascia che lui fu sicuro di aver già visto addosso alla madre un paio di volte. Rimproverandosi di averla fissata, seppure non visto, notò che gli altri presenti non avevano avuto i suoi stessi rimorsi o, per lo meno, li avevano ignorati. Infatti gli occhi di tutti erano puntati su quella misteriosa ospite che, nonostante tutto, si ostinava a far finta di niente, sebbene era impossibile che non si fosse accorta di niente.
Adam valutò bene l'idea che gli era subito venuta alla mente, e alla fine deicse di avvicinarsi e, servendosi una tazza di caffè, trovò, fortunatamente, qualcosa da dire: "Con il caramello è fantastico!" Suggerì educatamente alla sconosciuta, sperando che i suoi occhi non si soffermassero troppo sul volto di quella.
Lei lo osservò sorpresa, poi, altrettanto gentilmente rispose: "Sì, ma non so se i miei fianchi penserebbero lo stesso..." Poi, riflettendo quasi divertita dalle sue parole, afferrò il contenitore con il caramello e riprese: "Ma credo che, anche se avessi la circonferenza di un circo, la gente continuerebbe ad osservare altro di me!"
Adam non seppe se ridere o meno, per cui decide di presentarsi: "Mi chiamo Adam, sono il figlio di una delle proprietarie!"
"Immagino di Samntha....l'altra non mi sembra il tipo di aver già un figlio così grande!"
L'altro si divertì all'idea di quale potesse essere la reazione di Nikki: "Hai indovinato, sei qui per il week-end?"
"Credo mi soffermerò più a lungo, il tempo di riavere indietro la mia faccia normale e anonima!"
Adam capì che era in attesa di un intervento, ma non capiva perchè si trovasse lì allora.
"Comunque mi chiamo Dana, e grazie per essere stato il primo a non osservarmi in maniera....insistente!"
Adam decise di riaccompagnarla in stanza, sapeva cosa significava essere osservato e sentirsi diverso.
Una volta entrati, Dana si accomodò sul letto: "Fai il modello per caso?"
"Chi io? No no, lo lascio ad altri....ma credi che possa farlo?"
"Sicuramente hai l'aspetto adatto, però te l'ho chiesto perchè ho la sensazione di averti già visto da qualche parte...."
Adam stava già pensando a come togliersi da quella situazione, in quanto temeva di aver già capito.
"Sei il ragazzo del video vero?"
Imabrazzato e deluso che quella faccenda fosse saltata di nuovo fuori: "Sì...purtroppo..."
"Oops...scusa, non volevo essere indelicata, non era un filmato fatto di proposito vero?"
"Ehm....direi di no....ero troppo concentrato sulla lingua del ragazzo!" Commentò sarcastico.
"Anche a me lui sembrava abbastanza preso...era un bel bacio!" Valutando la reazione di Adam aggiunse: "Ti ha creato dei guai vero? L'ho visto per caso, mentre giravo per Internet, mi ricordo che era il video più visto del motore di ricerca quel giorno e non ho potuto fare a meno di guardarlo....ma....hai un computer dentro quella borsa?"
Incuriosito e confuso da quella domanda, Adam assentì e, aprendo la sua borsa a tracolla, ne estrasse il suo pc portatile. La ragazza lo appoggiò sulle gambe e lo accese. Si collegò alla rete e digitò un indirizzo: "Oh, a quanto pare è scaduto di moda!" Commentò, mentre cercava qualcosa. Adam le si sedette vicino e lei gli mostrò un video che mostrava lei in un affollato marciapiede.
"Erano passati due giorni da quando avevao lasciato l'ospedale, e, nonostante la sciarpa, quel due ragazzi si accorsero di me...li ho dovuti sopportare per tre isoltati...che stupida, avrei dovuto afferrare quel cellulare e buttarlo a terra...invece mi sono fatta prendere dalla sindrome del diverso: mi piangevo addosso, sentendomi impotente e debole....poi ho capito che la mia situazione poteva essere utile..." Dovette notare l'espressione un pò incredula di Adam, che nel frattempo si era quasi vergognato di lamentarsi del proprio video: " Bè...nessun molestatore mi avvicina e posso girare da sola fino a tardi, e ad Halloween avrò già parte del costume!" Adam si sorprese a ridere e temette di averle di nuovo mancato di rispetto, ma anche l'altra rideva e probabilmente l'intento di Dana era proprio quello di tirarlo su.
Desideroso di ricambiare in qualche modo, le propose: "Ti va di venire con me?"
"Mi sei mancata...e ora realizzo il perchè!" Disse per l'ennesima volta Cyrus, continuando a baciare la moglie, tenendola stretta fra sè e la scrivania dell'ufficio di lei. Sam assaporò ancora un pò le labbra del marito, poi si scostò: " Lieta di averti aiutato a recuperare la memoria!"
"Ti prego, dimmi che mi perdoni se ti ho fatto impazzire in questi giorni!"
"Forse....devo ancora decidere!" Rispose lei, fingendo di essere indecisa e di riordinare la scrivania. Lui la afferrò delicatamente da dietro, baciandole il collo: "Potremo recuperare ora il tempo perduto..."
"Mi dispiace!" Disse lei divertita, assumendo un atteggiamento deciso e insensibile: "Ma dovrai scontare sulla tua pelle il significato della parola "aspettare"! Devo fare delle visite ancora e in più ho un colloquio di lavoro con Nikki!"
"Per la nuova linea? Avete già trovato qualcuno disposto a lanciarla?"
"Purtroppo no....si tratta del posto di promoter....anche se in effetti ha poco senso se non abbiamo niente da lanciare sul mercato!"
"Oh vedrai che troveremo subito altre persone a cui rivolgersi, posso guardarmi ancora intorno, quei prodotti valgono ed è ora di lanciare la Beauty Farm in una prospettiva più grande!"
Sam pensò di accennargli di Dana, ma non intendeva discutere con Cyrus proprio in quel momento e inoltre non aveva ancora deciso di se raccontargli tutta la verità o alleggerigli la pillola con qualche omissione. Aveva ancora bisogno di tempo per pensare e forse una romantica serata sarebbe stata un contorno migliore.
Baciandolo con trasporto, quasi dimenticando il senso di trascuratezza provato, propose: "Rimandiamo il tempo perduto a stasera?"
"Purtroppo farò molto tardi, devo fare un intervento urgente, ho già rimandato troppo e non voglio rischiare....quindi...dolce risveglio?"
"D'accordo, ma voglio un abbondante colazione a letto!"
"Ai tuoi ordini!" Acconsentì lui.
"E questo è l'ipoteico itinerario se fossimo pronti a lancira la linea il prossimo mese" Proseguì Axel che, nell'ultima mezz'ora, aveva esposto a Nikki e a Sam il suo piano di promozione, che comprendeva spazi pubblicitari e campioni di prova in molte riviste femminili della West Coast, un contratto promozionale con due band emergenti in tour per tutto il Paese, un sito internet e, ora, anche un piano di incontri con alcune compagnie di distribuzione: "Un incontro a Denver, uno a New York, a Seattle e a San Fracisco. Se le quattro compagnie accettassero un contratto con noi, avremo una rete di distribuzione su metà degli Stati Uniti. Ovviamente all'inizio non potremo pretendere di essere in tutti i negozi e in bella mostra, ma potremo acquisire presto le basi economiche per sviluppare un lancio più di effetto!" Concluse il ragazzo, lasciando la stanza in un incredulo silenzio. Le due donne, specie Nikki, erano rimaste seriamente sorprese da quel progetto così ben pianificato. Nikki sorseggiò l'ultima goccia della suo caffè, poi disse, provando a riacquistare un pò di determinazione: "Bene...le faremo sapere!"
"No!" Obbiettò decisa Sam: "Non ce ne è bisogno! Cominci domani va bene?" Propose gentile ad Axel.
"Perfetto!" Rispose quello, accogliendo i complimenti che la donna gli elargì negli istanti successivi.
"Sì, ma dobbiamo valutare bene anche gli altri candidati!" Le ricordò Nikki.
"Ma quali?...quelli della scorsa settimana? Ma se facevano schifo!" Osservò Sam stupita da quell'opposizione.
"Allora sono assunto?" Domandò Axel, rivolto soprattutto a Nikki, aspettando la conferma della sua vittoria.
"A quanto pare...." Sbuffò Nikki, appoggiando il mento sul dorso della mano, in segno di rassegnazione.
Quando Axel lasciò l'ufficio, Sam si rivolse all'amica, che nel frattempo si era alzata per versare nella sua tazza vuota dell'alcol: "Allora? Cosa era quell'astio? Qualcosa non ti ha convinto?"
"No no, va bene...è solo che potevamo procedere con più calma, cercare qualcuno con più esperienza!"
"Andiamo....qual'è il problema? Non mentire, tu non leggi mai i curricolum!" Ribattè Sam, per niente convinta.
"E va bene!" Cedette l'altra: "Ci sono andata a letto!" Confessò, lasciandosi cadere sul divanetto: "Oh, l'ho detto!"
"Cosa?" Esclamò l'altra incredula: "Ma quando, ma come....insomma, di già? Ti giuro che vedendolo ho pensato che potesse accadere, ma pensavo di stare tranquilla almeno per la prima settimana....stavolta hai battuto ogni record!"
"Oh ti prego non farmi la predica...ci pensa già il mio buon senso...è successo dopo il colloquio...sì, insomma, ero seduta al bar, lui è arrivato e allora..."
"D'accordo, d'accordo...niente dettagli! Lo richiamerò e annullerò tutto!"
"No....in effetti è stato bravo, per essere così giovane...sarebbe un errore....cercherò di sistemare la cosa da sola...ti prometto che farò in modo che non accada mai più e che non ci siano problemi....anche se sarebbe più facile se non fosse così difficile non guardarlo negli occhi, o non fissargli il di dietro ogni volta!"
"Oh mamma!" Disse l'altra stupita: "Ti sei presa la tua più grande cotta da anni!"
"Non dire sciocchezze ora, è solo che lo trovo molto affascinante, ma non sono innamorata....è più giovane, è un nostro dipendente, è odioso, immensamente pieno di sè..."
"E ti piace da morire!" Continuò l'altra divertita.
"Sono felice che la cosa ti metta così di buon umore....credo che tornerò in laboratorio, dove non sentirò sciocchezze simili!" Sentenziò, chiudendo il discorso e avviandosi verso la porta, che richiuse con forza alle sue spalle.
Capitolo 7Cyrus firmò la ricevuta al corriere che, lasciando la scatola sulla sua scrivania, usc' dall'ufficio salutandolo. L'uomo prese tra le mani la scatola, sospettando già cosa potesse contenere. Ne estrasse il contenuto: un vecchio peluche con la forma di un orsacchiotto. Lo rivoltò, aprendone la cerniera e infilando la mano nell'imbottitua. Trovò subito il biglietto e lesse l'indirizzo.
"Jenna, le ricordo che ho un'importante operazione e che non ci sono per nessuno!" Disse alla segretaria, tramite l'interfono. Poi, prendendo la giacca e il peluche, uscì.
"Notizie?"
Sam si voltò verso Nikki, che aveva appena fatto capolino dall'ingresso della Beauty Farm: "No...." Le rispose, mostrandole il cellulare, per farle capire che tutti i suoi tentativi erano andati a vuoto.
"Magari non prende" Suggerì Nikki.
"O magari chissà che altro...inizio a pensare che forse avevi ragione, peccato che dovevo aspettare che Dana rapisse mio figlio per capirlo!"
"Rapire...suvvia, hanno detto che l'hanno visti uscire sorridendo dal cancello, forse stiamo esagerando!"
"Giuro che se succede qualcosa ad Adam io..."
"Donna senza volto e ragazzo in arrivo!" La interruppe l'amica, facendole segno di guardare in direzione dell'ingresso del parco. Infatti Adam e Dana avevano appena varcato il cancello.
"Vedrai che quella bambina ci penserà due volte prima di fare linguacce!" Affermò Dana, inghiottendo l'ultimo cucchiaio del suo frappè.
"Era spaventatissima!" Concordò Adam, temendo poi di aver fatto un passo falso. In fondo non era poi così divertente il fatto che il volto della ragazza avesse spaventato quella bambina, ma Dana continuava ad essere divertita, così il ragazzo smise di farsi quei problemi, pensando che forse l'altra era molto più matura di lui, e riusciva a non affliggersi per la sua diversità.
Quando si accorse della sagoma della madre in lontananza, comprese al volo che non era lì per un festoso bentornato.
"è stata colpa mia mamma!" La anticfipò, quando le furono abbastanza vicino per parlarle.
"Su questo non c'è dubbio!" Ribattè lei, stranamente calma, ma Adam sospettava si trattasse di una finta. Il ragazzo stava per aggiungere altro quando: "Nikki ha bisogno del tuo aiuto con il suo computer!" Tagliò corto lei. Adam capì che era solo una scusa per allontanarlo, ma non volle peggiorare la situazione, così obbedì e si avvicinò all'altra donna che, prendendolo a braccetto, si avviò con lui all'interno dove cercò di inventarsi un problema: "Ma appaiono di continuo quelle pubblicità di siti sconci!"
"Basta disattivare i popups, faremo subito!" Le spiegò lui.
"Ma a me vanno bene, solo che li vorrei di siti di nudi maschili!" Lo corresse e Adam si ritrovò a sorridere, ringranziandola in cuor suo per non fargli anche lei una predica.
Nel frattempo Dana stava cercando di difendere lei e Adam: "Non avrei dovuto lo so...non è bello che tuo figlio vada in giro con me ma è stato così gentile che..."
"Adam è gentile...e può benissimo fare due passi con chi vuole: una persona senza gambe, una senza braccia, perfino una con le ali, non mi interessa....ma tu potevi metterlo in pericolo! Non per la tua faccia, ma perchè ti ricordo che probabilmente qualcuno là fuori ti sta dando la caccia!"
"Non sono una quaglia!" Rispose, provando metterla sul ridere, ma intuì che aveva peggiorato l'umore di Sam: "Scusami, non ci avevo pensato. Vedi, dopo di te è stata la prima persona gentile qua dentro...certo, il tuo personale è servizievole, ma li vedo come mi guardano...voi siete stati i primi ad andare oltre...e non è perchè siete abituati a vedere di tutto qui, ma perchè davvero guardate dentro....e sono stata una stupida a mettere in pericolo Adam....ti promette che non succederà più!"
Samantha si sorprese del fatto che l'altra non avesse fatto ricorso a qualche minaccia, ma forse era riuscita a farle capire che non era più nella posizione adatta. L'avrebbe aiutata, per sentirsi in pace con sè stessa, ma poi l'avrebbe accompagnata alla stazione di polizia più vicina e lì le avrebbe detto addio. Non aveva intenzione di mettere in pericolo la sua famiglia per l'oscuro passato di quella ragazza.
"Ecco fatto, pubblicità invasive messe k.o.!" Disse Adam, che aveva appena risolto il problema al pc di Nikki.
"Sì, ma non credere di averla fatta franca, ora ti aspetta come minimo un'ora di prediche da parte mia, e sai benissimo che posso essere peggio di tua madre!"
"Va bene....." Si era illuso che Nikki sarebbe stata più comprensiva, ed era stato stupido a pensarlo, nonostante le apparenze, molto spesso Nikki era ancora più protettiva della madre verso la loro famiglia: "Possiamo farlo di fronte alla partita di pallanuoto?"
"Sì...in effetti ho un paio d'ore libere...ma solo se i posti sono vicini all'ingresso dello spogliatoio!"
"Provvedo subito a prenotarli!" Disse lui, collegandosi ad internet.
L'attenzione di Nikki fu attratta dalla scena che riusicva a vedere dalla porta aperta del suo ufficio. Nina, alla sua scrivania, stava mostrando un catalogo ad Axel, probabilmente si trattava di qualcosa per la cerimonia. Decise di non uscire ad invitarli a mettersi al lavoro e di non badare a quelle sciocchezze. Ma aveva già raggiunto il suo obbiettivo: aveva dimostrato a sè stessa che, come sempre, nessuno aveva un fidanzamento perfetto e privo di segreti e nuovamente si trovò d'accordo con le sue scelte passate di non credere all'amore e di non finire nella stessa patetica situazione della sua assistente. Le fece quasi pena, poi però fu quasi divertita all'idea che quella fosse così scioccamente fiduciosa nel suo sogno d'amore.
Dana era rimasta finalmente sola nella sua stanza, nuovamente messa a lucido dal personale delle pulizie. Le sembrava di stare in un albergo a cinque stelle, cosa a cui non era abituata. Estrasse dalla tasca le foto tessere scattate ad una cabina pubblica con Adam. Per anni aveva pensato alla vita come ad una tragedia e, dal suo incidente, aveva pensato che sarebbe stata felice solo quando il suo volto sarebbe tornato perfetto. Ora aveva capito che in realtà, della luce di speranza era già entrata nella sua vita. Forse c'era una via d'uscita, forse sarebbe stata salva.
Cyrus controllò per sicurezza il numero sulla porta con quello del foglietto, era lo stesso. Gettò un'ultima occhiata intorno...il cortile del complesso era deserto, così come il loggiato di quel piano. Bussò e attese che gli venisse aperto. Quando questo accadde: "Mi sei mancata in questi due giorni!" Disse, porgendo all'altra persone l'orsacchiotto di peluche.
"Sì è mantunuto bene da quando me lo hai regalato anni fa!" Commentò Colleen, riprendendosi il pupazzo. La ragazza sorrise al patrigno, poi, gettandosi alle spalle l'orsacchiotto gli saltò al collo, cingedogli la vita con le gambe e baciandolo con passione. L'uomo richiuse la porta dietro di loro, e si avviò verso il letto della stanza e si lasciò cadere con Colleen che già gli stava slacciando la camicia e baciandogli il petto e il collo, odorando il profumo del suo dopobarba.
Fine episodio Edited by jair - 3/8/2008, 15:46