Bene raga, arriva un bel pezzettino su Christian
CASA DI ILARIA – ore 9.00
Ilaria stava finalmente godendosi un placido sonno, raggomitolata sul suo divano non lontano dal letto di Christian quando sentì bussare, senza però comprendere realmente che cosa stava accadendo. Alla fine si alzò, avvicinandosi alla porta.
“Arrivo, arrivo …” disse, quasi inciampando nella poltrona vicina al letto.
Spalancò la porta e fissò con aria interrogativa l’uomo di fronte a sé.
“Posso aiutarla?”
“C’è Christian qui?” domandò l’uomo. Sembrava spettinato e sul suo viso si leggevano chiaramente tutti i segni di una notte insonne.
Ilaria si irrigidì. E chi era costui? Come poteva conoscere Christian? Forse era qualcuno che lo inseguiva ... uno di quelli che lo avevano ridotto così male. Taddeus … Taddeus Wallace …
*Oh mio Dio!* Indietreggiò, ponendosi sulla difensiva.
“Chi diavolo sei? Come fai a conoscerlo?” gli chiese, quasi gridando.
“Hey, si calmi, signora, ok? Sono Sean McNamara. Si ricorda di me? La telefonata della scorsa notte?
Ilaria era ancora immobile. Sean alzò gli occhi al cielo per l’esasperazione.
“Cristo Santo! Sono Sean!”
Ancora nessuna reazione da parte di lei.
“*Quel* Sean, per l’amor del cielo!”
Ilaria improvvisamente si ricordò. Ma certo che se lo ricordava, come aveva potuto dimenticare quel tipo strano che faceva giochi di parole al telefono mentre il socio giaceva privo di conoscenza sul suo letto?
“Oh, ah … certo, certo. Mi … dispiace … mi dispiace tanto … Sono Ilaria Bernardi. La prego, entri!”
“Grazie!”
Ilaria gli mostrò la strada verso il salotto.
“Vuole mettere qui la sua borsa, dottor McNamara? Com’è stato il suo volo? Ha sete?”
Sean le lanciò uno sguardo annoiato. “Nell’ordine: bene, ma non ho chiuso occhio. Sì, decisamente!” rispose con sarcasmo.
Ilaria sospirò. “Mi scusi tanto … è che … sono proprio … stanca”.
Sean abbassò gli occhi, poi li sollevò di nuovo guardando direttamente in quelli di Ilaria. “Dottoressa Bernardi, sono io che mi devo scusare. Siamo tutti e due stanchi morti ... e per favore … chiamami Sean.”
“Grazie e ... puoi chiamarmi Ilaria.”
“Ilaria … posso vedere Christian adesso?”
“ Sì, certamente … ma io dicevo sul serio prima. Posso offrirti qualcosa da bere?”
“Credo di aver bisogno di un caffè … macchiato … un DOPPIO macchiato … forse due? Si direbbe che anche tu dovresti berne un po’.
“Hai ragione … prego Sean, da questa parte.”
Ilaria lo condusse nella sua camera, dove Christian stava dormendo. Sean sussultò vedendo il suo amico che giaceva nel letto, anche se già aveva saputo delle percosse e delle lesioni che aveva subito. Ma una vista del genere era comunque difficile da sopportare.
“Oh ... Cristo…”
“Hey, ho fatto del mio meglio per porre rimedio a tutto questo sfacelo. D’altra parte sei un medico, sai che il giorno dopo tutto sembra peggio di quello che in realtà è!”
Sean si voltò verso di lei senza proferire parola. Sospirò e le mise una mano sulla spalla.
“Sono sicuro che hai fatto del tuo meglio ... è solo che … è dura. Si è cacciato nei guai così tante volte ma nessuno l’ha mai ridotto in questa maniera…”
”Stai con lui per un po’ mentre preparo i nostri caffè?”
“ Va bene …”
“Hai portato quello che ti avevo chiesto?”
“Eh?”
“Non dirmi che te ne sei dimenticato …”
Sean guardò Ilaria con aria interrogativa. Poi i suoi occhi si spalancarono.
“I bendaggi per il gesso!”
“Allora?”
“Nella mia borsa.”
“Ok. Beviamoci i nostri caffè, parliamo del tuo amico, poi facciamo l’ingessatura.”
“E’ questo il piano?”
“Sì, è questo.”
“Abbiamo un piano …”
Mentre Ilaria preparava il caffè, Sean raggiunse il letto e lanciò un’occhiata al suo amico. Sembrava che stesse dormendo tutto sommato pacificamente, a dispetto di quell’orribile aggeggio intorno al suo collo. Avvicinandosi a Christian, potè notare il notevole gonfiore e i lividi sul lato sinistro della sua faccia. Gli era stato detto della mascella fratturata. La toccò con delicatezza. Christian si lamentò e istintivamente allontanò il suo corpo da quella fonte di dolore, per quanto le sue costole gli permettevano.
“Scusami … “ mormorò Sean appena lo sentì.
“Il caffè è pronto!”
Sean sembrava ipnotizzato dal suo amico. Non si girò, né si mosse a quelle parole.
“Sean?” Ilaria lo raggiunse e gli prese il braccio, porgendogli la tazza. “Pianeta Terra chiama Sean?”
Si voltò e la ragazza potè vedere la preoccupazione e la tristezza dipinte sul suo volto.
“Io - ah … Non avrei mai pensato che fosse così…”
“Lo so. Non ti preoccupare, te l’ho detto, sembra più grave di quanto non sia in realtà. Non è stata necessaria nessuna riduzione per la mascella. Gli ho immobilizzato il collo unicamente per essere sicura che dormisse con la mascella bloccata.”
“Febbre?”
“Ha raggiunto i 40° durante la notte, ma penso sia normale, considerando lo shock e tutto il resto. Ho deciso di metterlo sotto Demerol, per ridurre il gonfiore e alleviargli il più possibile il dolore. Gli ho anche somministrato il Keflex per la febbre.”
“Bene. Sei proprio un ottimo medico, i tuoi pazienti devono essere contenti di te.”
“Mmm … sì, ammetto che non ricevo mai lamentele … ma se un giorno succedesse, beh … potrei impazzire!”
“Che vuoi dire?”
“La tua telefonata, ricordi?”
“Sì. Allora?”
“Ti ricordi come ho risposto?”
Sean si concentrò, cercando di ricordare. Improvvisamente gli venne in mente
“Obitorio … non mi dire … Questo vuol dire che tu sei … “
“Certo, a tutti gli effetti!” ammise Ilaria con orgoglio.
“Urgh …”
Ilaria pose le tazze vuote sul tavolo. “Che ne pensi di dimenticare il mio lavoro adesso e darmi una mano con quest’ingessatura?”
Sean annuì e a presero tutto il materiale per costruirla. Ilaria prese una bacinella e la riempì d’acqua. Mentre Sean ci metteva dentro i bendaggi, ella dolcemente cercò di svegliare Christian.
“Hey, bell’addormentato …”
“…mmm…”
“Coraggio, svegliati” sussurrò.
“Mamma?” mormorò Christian.
“No, e non pensarci nemmeno di chiamarmi in questo modo, signorino!” scherzò Ilaria.
Christian deglutì vistosamente. “Ilaria …che altro … mi vuoi fare?”
Ilaria gli passò la mano fra i capelli. “Nient’altro che preparare un’ingessatura decente per il tuo braccio, non quella che porterebbe un senzatetto. Sei un uomo così elegante, non penserai mica di andare in giro con l’Atlanta Business Chronicle avvolto intorno al tuo braccio! Adesso posso?”
Christian sospirò, poi aprì il suo occhio sano e la fissò. Poi volse lo sguardo verso il soffitto.
“Giusto …” borbottò. “Non posso rischiare la mia immagine. Che cosa ci sarà adesso … altro dolore?”
“Dovresti saperlo, sei un medico, qualcun altro qui vicino l’ha appena detto.”
“ …Eh?”
Ilaria si allontanò e Christian potè vedere Sean che si avvicinava con la bacinella.
“Sean! Che diavolo ... ci fai qui?”
“Buon giorno a te! Allora, come ti senti? Stai bene?”
“ … Secondo te?” rispose con sarcasmo mentre sollevava l’unico sopracciglio disponibile per questa mossa.
Sean alzò gli occhi al cielo, incredulo. “Volevo dire … senti dolore? Fai un veloce inventario di te stesso!”
Christian si voltò verso Ilaria. “Gliel’hai detto tu … di venire qui? Poteva rimanersene a casa … a occuparsi della nostra attività ... invece di star qui e sparare c*****e!” Borbottò
“Che ha detto?” Sean poteva capire con grande difficoltà il suo amico. Si girò per guardare negli occhi Ilaria. “Non puoi togliergli quell’affare?”
“Sì, posso, ma continuerà a parlare in questa maniera.”. Ella puntò un dito verso la propria mascella. “Fratturata, ricordi?”.
“Ok, mettiamogli ‘sta roba intorno al braccio.”
Lavorarono più o meno dieci minuti. Il braccio di Christian fu ingessato dalle nocche fino a sopra il gomito. Velocemente si seccò e Ilaria lo poté ancora elevare mettendoci sotto un paio di cuscini supplementari. Inoltre mise una borsa del ghiaccio sull’ingessatura. Lo guardarono come se fosse il capolavoro di un artista pazzo, ma gli occhi lucidi e un po’ persi nel vuoto di Christian dicevano loro che era ancora febbricitante e spossato.
“Tutto ok?” domandò Ilaria, aggrottando la fronte, preoccupata.
“Forse è ora … di un altro antidolorifico …”
“E’ la mascella o l’avambraccio? Forse le costole?” chiese Sean
“TUTTO … dannazione!” sibilò Christian.
“Non hai ancora fatto colazione. Ti farò un’iniezione dopo di che metteremo un po’ di cibo nel tuo stomaco”
“Tè freddo e ... brioches … per favore?”
“Stai scherzando? E come pensi di poter masticare con una mascella come la tua?” disse Ilaria e immediatamente si volse verso Sean. “Tu! Vai a comprare del gelato, del latte, e soprattutto omogeneizzati. Dobbiamo anche pensare a preparargli qualcosa per pranzo!”
“Io? Comprare? Che cosa ... dove ??? Non sono mai stato ad Atlanta prima d’ora!”
“Sì, ma puoi distinguere una libreria da un supermercato, no? Sono uguali in tutti gli Stati Uniti…” Ilaria sospirò. “C’è un piccolo supermercato qui, appena esci, gira a destra, proprio sull’angolo. Vai lì.”
“Uff … ricevuto!”
“Vai, vai, vai, fuori!”
“Sto andando, dannazione!”
Dopo che Sean fu uscito, Ilaria fece a Christian un’iniezione di Demerol e poi si sedette sul letto accanto a lui. Gli tolse il collare e il movimento lo fece sussultare un attimo.
“Mi spiace…” si giustificò Ilaria.
“Nessun problema ... fa parte del gioco … allora, dottore? Il tuo responso? Non me l’hai ancora detto …”
“Non morirai, non nel mio appartamento, questo è poco, ma sicuro. Cerca di ricordare di un compiere sforzi inutili con la mascella, ok? Ti ci vorrà un pochino per recuperare al 100%, ma sei giovane e in salute, quindi non vedo nessun …”
“Erano ... quattro ... ora ricordo … ce l’avevano … con me … perché faccio … parte della *famiglia*…”
“No, Christian, non adesso, ne parleremo più tardi, quando avrai recuperato le forze, ok?”
“Ok, ma … ti devo ... una spiegazione oltre che … una cena … o anche di più …”
“Farò del mio meglio per ricordarti soprattutto di queste” sorrise Ilaria, mentre si rendeva conto che Christian stava guardando lontano, perso nei suoi pensieri.
“Allora, Sean mi ha detto così poco di te e del tuo lavoro. Sei un medico?”
Si voltò. “Chirurgo plastico.” rispose, sorridendo orgogliosamente, ma questa decisamente non fu una bella mossa. “Ahi ... la mia mascella…”
“Ti avevo detto di stare attento. Credo che tu abbia bisogno di portare ancora quest’affare, Christian…” disse Ilaria mentre prendeva in mano il collare.
“No! No … per favore?” implorò.
“Scegli. Puoi stare senza, ma non sei autorizzato a parlare, o lo porti e allora possiamo proseguire con questa conversazione.”
“… Sei implacabile …non è vero?…” Christian si arrese. Ilaria gli rimise il collare, solamente non lo strinse troppo.
“Puoi sopportarlo chiuso in questa maniera, non è vero?”
“Uff...” brontolò.
Ilaria gli passò le dita fra i capelli. “Chirurgo plastico, eh? Sembra interessante.”
“E tu? … che tipo ... di dottore ... sei?”
“Devo proprio dirtelo?”
“E’ così brutto? Sei ... uno di quei … sadici segaossa?”
“Nell’ordine: sì e no. Sono qualcosa di peggiore. Indovina …”
“… Dimmelo o altrimenti …”
“O altrimenti cosa?” chiese Ilaria ridendo.
“Salto fuori dal letto ... e mi metto a correre mezzo nudo ... in mezzo alla strada …”
“Anche se mi sembra difficile da credere che tu ora come ora saresti in grado di farlo, non voglio correre rischi e ti dirò tutto. Allora ... ti ricordi X – Files? Il programma televisivo?”
“S ... Sì. Allora?”
“Scully? Dana Scully?”
“Sì, era un …”
“Ci stai arrivando. Coraggio!”
“Un … medico legale … Medico legale???”
“Eccomi! In carne e ossa!”
“Ma come diavolo ... sei riuscita ... a sistemare … tutto questo macello?”
“A parte il fatto che io SONO un dottore, è stato facile. Mi è bastato fingere che tu fossi uno dei miei soliti pazienti”.
“Giusto … no, no, questo NON è giusto. I tuoi pazienti sono m…m…m..”
“Con parole tue?”
“Cadaveri…”
“Bene. Dieci punti! Adesso basta sparare c*****e. Fammi misurare la febbre, dopo di che mi farò una bella doccia” disse Ilaria mentre prendeva il termometro digitale dal comodino e lo infilava nell’orecchio sinistro di Christian. Entrambi attesero il “bip” della piccola macchina. Ilaria lo lesse per prima.
“Vuoi indovinare?”
Christian le rivolse un sorriso tirato, “… Che cosa vinco?”
“Un non schiaffo per oggi.”
“ … Sarebbe già una bella cosa … Non credo che potrei sopportarne un altro in questo momento …”
“38°, sopravviverai … Adesso ascoltami. Vado a farmi questa doccia. Lascio la porta aperta, giusto nel caso in cui dovessi aver bisogno di qualcosa, così ti posso sentire. Le sbirciate a distanza ravvicinata non sono consentite, quindi non pensare neanche lontanamente di alzarti da questo letto, capito?”
“ … E che faccio se Sean ritorna … prima che tu abbia finito?”
“Emetti un bel grugnito ... e io in un battibaleno correrò alla porta.”
Baci baci
Ilaria Cole